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Noir invernale privo di innocenti

Chi è senza colpa?

Freddi palpiti di uomini e animali


di Roberto Leggio


Freddi palpiti di uomini e animali. Bob è il barman del pub del cugino Marv, un locale usato come copertura e deposito di denaro sporco per un boss ceceno. Bob è un uomo solo, silenzioso, gentile con tutti, anche con chi non ha denaro per permettersi un cicchetto in più. Una sera, tornando a casa, trova nel secchio della spazzatura il cucciolo di un pitbull, picchiato e sanguinante. Quell'esserino lo porta a rivedere la sua esistenza, anche in virtù di aver conosciuto Nadia, una ragazza sola come lui che si rende disponibile ad aiutarlo con il cane. L'animale però si porta dietro il suo precedente proprietario, un certo Eric, ex di Nadia, drogato e con i nervi a pezzi. I guai sono dietro l'angolo, anche perché il cugino Marv, in un impeto di orgoglio vorrebbe fregare il boss ceceno che gli ha portato via il pub per debiti di gioco. Nel freddo di un nevoso natale newyorkese, molti segreti verranno a galla e la violenza esploderà inarrestabile quando proprio il ceceno deciderà di fare del Pub di Marv, un drop-bar, cioè un posto su cui confluiranno tutte le scommesse del SuperBowl.


Noir rarefatto senza quasi grandi colpi di scena, si basa su un raccontino di Dennis Lehane (Shutter Island, Mystic River; per intenderci) focalizzato su un solo luogo (o meglio un non-luogo), un pub quasi anonimo, palcoscenico ideale per far deflagrare segreti, bugie e oscure trame criminali. Il bancone del pub (nel quale è celata la buca dove defluiscono i soldi da riciclare), come l'ambientazione (un freddo bianco Natale) sono i punti da cui convergono le storie di uomini e animali, costretti a coesistere in un mondo di sottile sopraffazione è violenza. Ma è soprattutto la solitudine dei protagonisti ad essere il punto focale di tutta l'azione. Bob, un uomo “tranquillo” verrebbe da dire, vede in Nadia lo spunto per sfuggire ad una vita ordinaria, trattenuta e colma di un passato oscuro e ben celato. E sono proprio i segreti che ogni personaggio si porta dentro a far scatenare la violenza, trattenuta a stento e sempre li li per esplodere. Non ci sono innocenti nel film del belga Michaël R. Roskam, solo animali da strada (o da bancone se vogliamo) che cercano di sopravvivere a loro stessi. Perché l'umanità ripresa dalla macchina da presa è un pozzo di menzogne e con quelle convive. Ognuno racconta la propria e non è detto però che ad essa sopravviverà. Roskam dilata il tempo, amplifica l'istintività di un pugno di vite border-line (solo Nadia con il suo passato innocente ne è integra in parte), per mostrarcele nell'ambiguità dei loro volti e dei loro intenti. E alla fine a vincere sarà forse un sanguinoso tradimento. Nessuno si salva da solo, verrebbe da dire. E forse nessuno troverà la pace. The Drop (scusate il titolo originale) è l'ultimo film di James Gandolfini, grande caratterista dal corpo vistoso e ingombrante, sempre dalla parte sbagliata della strada. E qui ancora una volta dimostra di aver saputo incarnare l'anima più oscura di una società brutta, sporca e cattiva.

Giudizio: **1/2



(Mercoledì 18 Marzo 2015)


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