 Politica e crimine intrecciati tra loro Suburra L'Apocalisse di Roma
di Roberto Leggio Nei sei giorni che precedono l’Apocalisse (politica, criminale, religiosa); il piscio del potere (costituito) si mescola con il diluvio che investe Roma, mentre una ragazza muore di overdose di sesso e droga in una stanza d’albergo con un senatore di destra. Far sparire il corpo (e lo scandalo che ne conseguirebbe) è una priorità criminale. A coprire capra e cavoli, un boss di Ostia che fantastica Las Vegas sul litorale. Perché di mezzo c’è da votare Waterfront, legge per lo sviluppo delle periferie, che fa gola a molti. Ma qualcosa va storto: ne fa le spese un bulletto zingaro che vorrebbe sporcarsi le mani con la politica connessa con la criminalità organizzata. Gli atomi impazziti di realtà sotterranee impazziscono improvvise. La fine del mondo è vicina e nessuno potrà farci niente.

Romanzo criminale di mafia capitale, scritto prima da Giancarlo De Cataldo e diretto poi da Sergio Sollima, che dopo Gomorra (la serie), mostra la connivenza violenta e affaristica tra politica e malavita, in una città alla deriva da se stessa. In filigrana la mal gestione di un mondo in sfacelo, asservito da poteri forti coesi nel trattare malaffare con bastardi dal coltello facile, ma dai sogni imprenditoriali e criminali organizzati dell’ex banda della Magliana, più attaccati agli affari (due milioni di euro) che alla pistola. Compresi “cravattari” nomadi (Casamonica docet) kitsch e coatti, cani sciolti, come ago della bilancia in un universo nel quale non esiste redenzione. E la pioggia dell’Apocalisse non laverà colpe e non salverà nessuno, perché dal fango emergerà sempre qualcosa di lurido. Di violento. Di Malvagio.
Giudizio ***

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(Giovedì 15 Ottobre 2015)
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