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Il mostro divoratore del Lavoro

La legge del mercato

Disamina cruda e realistica sull’occupazione


di Roberto Leggio


Thierry ha 51 anni ed è disoccupato. Operaio specializzato spedisce curricula a destra e a manca alla disperata ricerca di un nuovo impiego che gli permetta di non affogare in presente senza più sicurezze. Con una moglie ed un figlio disabile si ricicla come addetto al controllo dei furti in un ipermercato. Con solida fermezza assolve il suo compito vedendo uomini e donne costretti per necessità a rubacchiare qualcosa pur di sopravvivere. Ma un giorno si troverà ad affrontare un grosso dilemma morale.





E’ una feroce e devastante guerra tra poveri, il senso del nuovo film di Stéphane Brizè, che utilizzando attori non protagonisti (spesso nei ruoli che “interpretano” nella vita reale) ci mostra con crudezza il mondo del lavoro come un mostro spietato pronto a divorare vite ed affetti. Vincent Lindon (meritata palma d’oro come migliore attore all’ultimo Festival di Cannes), incarna la semplicità e la rettitudine morale di un uomo che pur di non perdere il nuovo posto di lavoro è costretto ad “accettare” quel che il libero mercato è capace di fare nei confronti di chiunque. Perché una quisquilia può essere il pretesto per licenziare. Con uno guardo alla Dardenne dei primi tempi (la telecamera attaccata perennemente ai corpi dei protagonisti), Brizé mette in scena una vera e propria lotta tra disgraziati, ognuno con la propria motivazione per sopravvivere in un presente di crisi economica: il pensionato che non può permettersi la carne; la cassiera che accumula punti spesa; un’altra che “lucra” una miseria sui buoni pasto e il più colpevole di tutti un ragazzotto che ruba un carica batterie da pochi euro. Tutti colpevoli per la legge del mercato; corpi da mandare al macello per tagliare sui posti di un lavoro sempre più precario. Sempre più insicura ed incerto.

Giudizio ***



(Mercoledì 28 Ottobre 2015)


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