Massimiliano Bruno vira verso la commedia drammatica
Gli ultimi saranno ultimi
Cortellesi disoccupata disperata
di Oriana Maerini
Massimiliano Bruno porta al cinema l'omonimo spettacolo teatrale scritto dal regista insieme a Giampiero Solari, Furio Andreotti e Paola Cortellesi andato in scena dal 2005 al 2007, che vedeva come unica protagonista Paola Cortellesi e vira così la sua carriera cinematografica verso il dramma. Gli ultimi saranno ultimi racconta infatti una storia di disperazione e disoccupazione dove Luciana Colacci (Paola Cortellesi) donna semplice e con poche pretese sposata ad un fannullone (Alessandro Gassmann) che la tradisce, subisce l'onta di essere licenziata dalla ditta dove lavora perchè aspetta un bambino.
Dopo una prima parte leggera dove il regista dipinge la vita di provincia semplice e scansonata di una coppia popolare il cui unico sogno è quello di avere un bambino e divertirsi con gli amici, il film assume una piega drammatica che sfocia nel sangue. Purtroppo la trasposizione cinematografica, necessariamente modificata e adattata alla realtà odierna, non rende omaggio all'incisività del testo teatrale. Lo spartiacque dello script (scritto a quattro mani con la Cortellesi) è rappresentato dalla gravidanza di Luciana: prima la sua vita era leggera anche se con un lavoro mal pagato ed un marito vitellone, dopo pur felice di avere il pancione perde la dignità insieme al lavoro e conosce la disperazione della povertà. La sua vita si intreccia solo un momento con l'altro grande perdente del film: il poliziotto del nord Antonio Zanzotto (Fabrizio Bentivoglio) trasferito nella cittadina laziale per non aver avuto il coraggio di difendere un collega. E' per riconquistare la dignità che Luciana impugna la pistola, è per riconquistare la dignità che Zanzotto preme il grilletto. Sembra, poi, appiccicato il finale a lieto fine, epilogo non reale di un film drammatico che ha il pregio di fotografare la realtà della condizione disperata in cui oggi vivono le persone senza lavoro.