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Giuseppe Tornatore racconta l'amore eterno

La corrispondenza

Deludente e poco credibile il nuovo film del premio Oscar


di Oriana Maerini


L’amore può sconfiggere la morte? Questo è il quesito che si pone Giuseppe Tornatore che, con La corrispondenza, cambia apparentemente rotta rispetto al suo penultimo film “La migliore offerta”, il thriller di grande successo con uno strepitoso Geoffrey Rush. Dico apparentemente perché ci sono delle similitudini: entrambe sono storie d’amore estremamente passionali e sentimentali ed anche qui c’è una coltre di mistero che avvolge uno dei protagonisti.
La corrispondenza ha anche la pretesa di essere un film pseudo fantascientifico perché tenta di ricreare un contatto quasi metafisico con l'aldilà raccontando la storia d'amore a distanza fra un talentuoso professore di astrofisica e una studentessa fuori corso che per vivere fa la stunt al cinema per esorcizzare la morte ed il senso di colpa per la perdita del padre in un incidente d'auto di cui era alla guida. La scomparsa del professore getta la ragazza in una crisi profonda attenuata dalla continuazione del rapporto tramite una fitta corrispondenza di sms, biglietti e video registrazioni.




Purtroppo bisogna ammettere che il regista premio Oscar ha fallito con questa pellicola da lui ideata quindici anni fa. La scarsa credibilità (come può prevedere, ad esempio, la data esatta della laurea di una studentessa fuori corso per inviarle i fiori con tanto di biglietto d'auguri?) e l'eccessiva ridondanza di questo rapporto virtuale attraverso cellulari e telecamere rendono noioso il film. Non si riesce ad entrare in sintonia con i personaggi che negano la razionalità e il superamento del lutto. La brava e bellissima attrice ucraina Olga Kurylenko ce la mette tutta per farci credere che il senso della sua esistenza è legato ad un amore diventato impossibile ma non convince. Jeremy Irons nei panni del professore "stregone" è persino stucchevole e scontato nei dialoghi e nelle scene d'amore. Il classico uomo alla soglia della senilità che si inebria della giovinezza e della bellezza di una studentessa che ha l'età della figlia.
Si rimane basiti, inoltre, del pessimo doppiaggio che peggiora la qualità dei dialoghi e non è degno di una pellicola di questa portata.
Giuseppe Tornatore dimostra con questo film di avere una carriera ondivaga fatta di alcune "perle" e di grandi delusioni. Anche la colonna sonora di un maestro come Ennio Morricone non basta a risollevare il livello mediocre del plot narrativo. L'unico pregio del film è il suo valore scientifico: la capacità di avvicinare il pubblico all'affascinante mondo dell'astrofisica.

giudizio: *




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(Giovedì 14 Gennaio 2016)


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