 Quando Jane Austen incontra George Romero PPZ - Pride and Prejudice and Zombies Spiritoso crossover tra amore, sentimento e cervelli spiaciccati
di Roberto Leggio Campagne di Londra, 1814. Da qualche anno l'Inghilterra è caduta preda di morti viventi che scorrazzano all'affannosa ricerca di cervelli umani da sbranare. Chiuse nella loro magione le cinque sorelle Bennet, abili guerriere e forti nelle arti marziali, aspettano il proprio principe azzurro che possa dare loro lustro e ricchezza. Durante una festa da ballo organizzata dal bel signor Bingley, Jane la maggiore delle sorelle si innamora dello scapolo, mentre la più ribelle Lizzy resta affascinata dal colonnello D'Arcy, abile cacciatore di zombie con una passione per le mosche Calliphora (amanti dei cadaveri). Tra i due è subito scontro verbale, fisico e sentimentale, in quanto sebbene attratti l'uno verso l'altra nessuno dei due è capace di arrendersi alle proprie pulsioni d'amore.

Ironia, parodia, alta letteratura e George Romero. PPZ (o come volete Orgoglio-Pregiudizo e Zombies) è un giocoso divertissement di generi e sottogeneri in un'Inghilterra ucronia del 1814, dove un'epidemia di zombies, non solo ha decimato l'umanità, ma ha diviso i ceti sociali, i buoni dai cattivi e un paese intero. Jane Austen avrebbe approvato, in quanto il suo romanzo che racconta la storia d'amore travagliata tra il bel tenebroso D'Arcy e Elizabeth Bennet (Lizzy), refrattaria ragazza, ribelle e suffragette antelitteram; si scontra con la realtà di una nazione (forse tutto il pianeta) scivolata in una ambientazione horror in cui gli zombies e i viventi convivono tra loro, più o meno in armonia. La trovata divertente che sta all'intuizione del fumettista Seth Grahame-Smith (autore del romanzo che in poco tempo è diventato un cult, non solo per giovani) di far conciliare due generi diametralmente opposti. Così non è anormale che i due amanti, destinati ad una relazione complicata, si ritrovino armati e senza paura nei confronti dei morti viventi, pronti a difendere e a difendersi in un mondo in decadimento. Non per nulla la metafora è possente: l'aristocrazia e un “corpus” destinato alla marcescenza in quanto casta sulla via del tramonto. Così mentre Londra brucia, Katane sguianate, pistole cariche, lance e bastoni sono usati per contenere le orde dei morti viventi che vorrebbero fagocitare quello che resta del popolo pensante. Naturalmente tutto è giocato sul filo del sarcasmo (Saint Lazarus, ad esempio non è un lazzaretto, tutt'altro) e della buffonata, così da farci ridere delle sorelle guerriere mentre fanno spiccare teste con sorrisi languidi e pieni d'ardore.
Giudizio **1/2

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(Giovedì 4 Febbraio 2016)
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