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La dura battaglia per la parità dei diritti

Suffragette

La lotta al voto alle donne


di Roberto Leggio


Nel 1912, in una Inghilterra post-industriale Maud è una giovane donna che lavora in una lavanderia dai toni dickensiani. Ha un marito taciturno e un po' padrone e un figlioletto piccolo a cui nel bene o nel male riesce a non fargli mancare nulla. Durante una consegna assiste alla distruzione sistematica di alcune vetrine da parte di un gruppo del movimento della suffragette che reclamano a gran voce il diritto di voto. Stordita, ma palesemente partecipe silenziosa al loro operato, Maud si troverà coinvolta in prima persona nelle attività del movimento, dopo una dolorosa presa di coscienza. In questo modo troverà il coraggio nella lotta politica di riscattare una vita di soprusi, violenze in casa ed in fabbrica, attirando con le sue sorelle gli occhi del mondo fino a quel momento consensualmente muto e cieco.


Non arrenderti mai, combatti sempre! Frase cardine del prefemminismo, fu il “grido” di battaglia della rivolta delle donne che inneggiavano il diritto al voto nell'Inghilterra del 1912. Suffragette, dispregiativo coniato dalla stampa britannica più miope che a conoscenza dei fatti, è un film troppo pieno e partecipato. Anche troppo. Così invece di arrivare direttamente al cuore si fregia di melodramma sociale più di pancia che di testa. In mani diverse (Ken Loach?) sarebbe stato un dramma dai risvolti più critici e radicali. Ad ogni modo Suffragette è un capolavoro con riserve della lotta che le donne di ogni estrazione sociale (operaie, intellettuali e dell'alta borghesia) operarono contro il maschilismo dilagante che le voleva solo madri, forza lavoro e schiave silenziose. Diretto con troppa passione da Sarah Gavion, a cui diamo il pregio di aver fatto conoscere la dolorosa versione dei fatti, trova nella bravura di Carey Mulligan, il volto ed il corpo di tutte le donne ingiuriate, vessate, picchiate e molestate sessualmente in una nazione ancora sessista. La richiesta di voto, la parità dei diritti e un salario approssimativamente identico a quello degli uomini, è la disubbidienza sociale contro un mondo arretrato legato a leggi millenarie non scritte. Una vicenda che ha “gridato” a gran voce una vera lotta “armata” dopo cinquanta anni di illusioni e false promesse. Gli attacchi anche a suon di bombe contro vetrine, palazzi rappresentativi vuoti, fili del telefono e buche postali sono stati gli atti che esse hanno tentato per raccogliere su di loro l'opinione pubblica e l'attenzione della stampa. Ma è solo con il “martirio” di una di loro (avvenuta durante il Derby in cui partecipava il Re Giorgio V) che esse poterono finalmente avere ragione. Quella ragione che riuscì a cambiare il mondo, forse ancora in maniera incompiuta.

Giudizio: **1/2




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(Giovedì 3 Marzo 2016)


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