.


Film in uscita Recensioni Festival Eventi Sipario Home video Ciak si gira Interviste CineGossip Gadget e bazar Archivio
lato sinistro centro

Home Recensioni      Stampa questa pagina  Invia questa pagina  Zoom: apri la pagina in una nuova finestra


La genialità di Brian Wilson

Love and Mercy

Biopic sulla vita del leader dei Beach Boys


di Roberto Leggio


Se non fosse entrato nel suo showroom per comperare una macchina, Melinda non avrebbe mai conosciuto Brian Wilson. L'uomo che le sta davanti è stato il famoso frontman ed autore dei Beach Boys. Ma adesso è il fantasma del genio che era stato, ma nonostante tutto Melinda si sente attratta da quel corpo in preda alla depressione. Iniziando a frequentarsi la ragazza scopre le ragioni del disagio psicofisico che Brian sta vivendo. Le radici sono lontane e sono legate ad una gioventù difficile per colpa di un padre violento e ottuso, mentre adesso è soggiogato dalle devastanti terapie di uno psichiatra, che cercando di “rimetterlo” in sesto lo controlla in maniera assoluta. Tra flashback illuminanti e lampi di luce nel buio della mente, la ragazza riuscirà a far sorgere a nuova vita il musicista, sposandolo e facendolo tornare a suonare le sue perfette canzoni.


God only knows, la più grande canzone pop mai scritta (Paul McCartney dixit), e l'album Pet Sounds furono gli epigoni della creatività di Brian Wilson. Non un musicista comune. Ma un vero genio della musica californiana e del rock in particolare. Mente pensante dei Beach Boys, fu ed è conosciuto come il Mozart del pop, in quanto la sua influenza ha cambiato per sempre la grammatica della canzone. Il bambino che sentiva voci “celestiali” e le trasformava in hit, era figlio di due padri: lo “stronzo” biologico che lo vedeva come una macchina da soldi; e del viscido dottor Eugene Landy che lo “teneva” in vita come una macchina per fare soldi; è un personaggio controverso. Una vita per la musica e l'altra per tornare alla “musica”. Sospeso tra grandi intuizioni musicali ed enormi fasi di depressione (che lo portarono sull'orlo della malattia mentale), Brian Wilson ha attraversato gioie e dolori, risollevandosi solo dopo i 50 anni grazie all'aiuto di Melinda Ledbetter, venditrice di automobili che per amore dell'uomo e di quello che era stato, riuscì a fargli risalire la china facendolo tornare ad esibirsi davanti ad un pubblico e terminare “Smile”, l'opera musicale definitiva iniziata 30 anni prima. Raccontato su due piani narrativi: le interminabili estati dei '60 e i lunghi inverni degli '80, il film surfa su due attori che bilanciano entrambi gli aspetti del vero Wilson. Il solare Paul Dano nei '60 scava nella foga della creazione di melodie indimenticabili; mentre John Cusak (da Oscar) si cala nell'inferno della perdita della realtà dei due decenni successivi, un uomo legato a pillole e ad un letto (due anni) dal quale poté uscire solo grazie ad un forma d'amore. Bill Polhand, meglio conosciuto come produttore di film controversi (12 anni schiavo e The tree of life), dirige un piccolo capolavoro di musica, follia e vita al limite, mostrando tutto il tormento e l'estasi di un artista eccelso per lo più incompreso. Un film duro e crudo di luci ed ombre di un uomo che odiando le onde inventò il rock da spiaggia, ma anche della sua ossessione per le Good Vibrations. Una vita vissuta in fretta, bruciata e tornata alla vita. Proprio come un hit da classifica.

Giudizio ***










Clicca "MI PIACE" su Facebook
Se ti è piacuto l'articolo, fallo sapere all'autore: clicca "Mi PIACE" e aggiungi i tuoi commenti sulla pagina Facebook di Cinebazar.

Vai alla pagina di Cinebazar su Facebook



(Venerdì 1 Aprile 2016)


Home Recensioni      Stampa questa pagina  Invia questa pagina  Zoom: apri la pagina in una nuova finestra

lato destro