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E' un thriller psicologico e soprannaturale l'ultimo film di Gus Van Saint

La foresta dei sogni

Il premio oscar Matthew McConaughey protagonista


di Oriana Maerini


Esiste un luogo ideale per porre fine alla propria esistenza? In Giappone, a Tokyo, la foresta dei suicidi di Aokigahara, alle pendici del monte Fuji, è considerata un luogo sacro dove uomini e donne mettono in pratica il loro desiderio di morire. E' qui che si reca anche Arthur Brennan (Matthew McConaughey), in piena crisi depressiva dopo la morte della moglie in un incidente stradale. Il regista Gus Van Sant imbastisce un racconto affascinante che si pone a metà strada fra il thriller psicologico e il romanticismo new age. L'ambientazione spettrale e nel contempo incantata della foresta dei suicidi è l'humus dove si sviluppa la vicenda che vede la crescita spirituale, quasi una risalita dagli inferi, del protagonista attraverso l'incontro con Takumi Nakamura (Ken Watanabe), un uomo pentito del proposito di togliersi la vita che vaga fra gli alberi alla ricerca di una via di fuga per tornare dalla famiglia. L'incontro le diverse culture, quella materialista occidentale e quella spirituale del'oriente segna il viaggio verso la redenzione di Arthur ed è in grado di affascinare anche lo spettatore più agnostico.


Van Sant sceglie un doppio registro narrativo attraverso l'uso di frequenti flash back che portano indietro lo spettatore per svelare la vita familiare, prima burrascosa e poi idilliaca, del protagonista fino alla scomparsa della moglie. Questa è sicuramente la parte meno riuscita del film per la banalità della sceneggiatura e l'impianto hollywoodiano. Il premio oscar Matthew McConaughey, reduce dal viaggio astrale di Interstellar diretto da Christopher Nolan, regala un'altra ottima interpretazione nei panni di un uomo lacerato da un dramma interiore che lo ha portato a scegliere la soluzione più estrema. Convince, in particolare, il rapporto con l'alter ego nipponico, fatto di sguardi intensi, silenzi espressivi e dialoghi filosofici durante la loro lotta per la sopravvivenza. Ma quello che più affascina del film è l'ambientazione e l'aspetto visivo. La foresta dei suicidi , con le sue trappole e le sue atmosfere a volte cupe, a volte magiche (come il fiore che spunta fra le rocce simbolo dell'anima che ha trovato la sua pace) è una vera protagonista del film e testimonia, in modo quasi documentaristico, la realtà di quel luogo unico, tristemente noto in Giappone.
La foresta dei sogni, anche se non si può elevare ai vertici di altri film di Van Sant che hanno trattato lo stesso tema come Last Days ed Elephant è in ogni caso una pellicola interessante per i contenuti ed ottimamente confezionata sul piano registico. Da non perdere per gli amanti delle teorie sulla vita oltre la vita.

giudizio: ***

Il trailer:






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(Giovedì 28 Aprile 2016)


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