.


Film in uscita Recensioni Festival Eventi Sipario Home video Ciak si gira Interviste CineGossip Gadget e bazar Archivio
lato sinistro centro

Home Recensioni      Stampa questa pagina  Invia questa pagina  Zoom: apri la pagina in una nuova finestra


In fuga verso la felicità

La pazza gioia

Commedia drammatica di due donne sole in un mondo folle


di Roberto Leggio


La follia dei numeri primi. Beatrice Morandini Valdirana e Donatella Morelli, vengono da mondi opposti. La prima millanta conoscenze nel mondo del cinema, della politica e della moda; l'altra è una ragazza semplice, cresciuta in un ambiente più modesto, cubista per necessità, con tendenze suicide. Entrambe pazienti psichiatriche di un istituto terapeutico, devono sottostare ad un recupero di riabilitazione mentale. Diverse nei modi e nei caratteri, approfittano di una gita fuori porta per fuggire dalla comunità che le ospita e darsi per qualche giorno alla pazza gioia.


Come Thelma e Louise, Beatrice e Antonella fuggono dal centro di recupero mentale, rincorrendo una sorta di libera felicità nel folle manicomio a cielo aperto che è il mondo esterno. La prima è un'eccentrica logorroica che dice di appartenere al bel mondo; l'altra è una ragazza sballata, tatuata a più non posso, vittima di depressione, depositaria di un grandissimo dolore. Due folli talmente agli antipodi da formare una inossidabile amicizia. Tra donne. Che non è poco. La sorellanza è il punto nodale del bellissimo film di Paolo Virzì, che da quel bravo regista di attori qual è (Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, eccezionali), è riuscito in un sol colpo a parlare della sanità mentale, della solitudine di chi è bizzarro agli occhi dei più e di quanto il peso del passato possa incidere sulla propria psiche. Donatella, ricca, amante della bella vita; ma abbandonata per la sua estrosità è la più energica delle due in quanto, nella sua lucida follia sa come restare a galla in un cosmo più pazzo lei, mentre la fragile Antonella, si troverà a fare i conti con il proprio vissuto essendo figlia di una madre anaffettiva e un padre tanto assente quanto bugiardo. Un film femminista, così inusuale nel nostro cinema (soprattutto se diretto da un uomo) che sembra provenire da un altro pianeta. La forza della trama è riposta nella scrittura a quattro mani tra Paolo Virzi e Francesca Archibugi, i quali sono riusciti a manipolare un tema spinoso come quello del disagio sociale, dove i trattamenti terapeutici più che curare abbruttiscono. Ma è l'esaltante confine tra la follia e la presunta normalità a rendere il film memorabile. In quanto i momenti più drammatici vengono sempre stemperati da altri gustosamente comici (“secondo alcune perizie sembra che siamo matte...”) così da rendere un'amicizia imprevedibile in una sanificante cura reciproca. Un on the road che si presta a più livelli di lettura che non sfigura nella tradizione della commedia all'italiana più vera. Sospesa tra dramma e commedia. Spartiacque ideale capace di ridere del dolore di due donne dalla vita complicata, ma altamente gioiosa.

Giudizio ****




Clicca "MI PIACE" su Facebook
Se ti è piacuto l'articolo, fallo sapere all'autore: clicca "Mi PIACE" e aggiungi i tuoi commenti sulla pagina Facebook di Cinebazar.

Vai alla pagina di Cinebazar su Facebook



L'intervista a Paolo Virzì:



(Martedì 17 Maggio 2016)


Home Recensioni      Stampa questa pagina  Invia questa pagina  Zoom: apri la pagina in una nuova finestra

lato destro