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Quando i mondi si scontrano…

Warcraft - L'Inizio

… è guerra alla sopravvivenza


di Roberto Leggio


Quando, grazie alla forza vitale di schiavi, un portale magico si apre sul mondo di Azeroth, la guerra tra umani ed orchi è dichiarata. Se i primi vivono in pace, i secondi sono in fuga dal loro mondo in agonia alla ricerca di un “altro” luogo da colonizzare. I due eserciti in ballo si trovano entrambi sull’orlo della distruzione e sarà grazie agli eroi di entrambe le parti a decidere il destino delle loro famiglie, dei loro popoli e della loro terra. Ha così inizio una lotta all’ultimo sangue di potere e sacrificio, durante la quale la guerra avrà molte facce, ed ognuno combatterà per la propria “giusta” causa.


Per piacere dei fans più sfegatati, Warcraft, il gioco di ruolo più venduto al mondo, è finalmente arrivato al cinema. Duncan Jones, regista indie di Moon e di quello più elaborato di Sourse Code, si piega al gigantismo dirigendo un film Fantasy ottimo sul piano formale ma traballante nella consecutio della trama, ostica per i più che non conoscono la cosmogonia della serie e le sue varianti. Warcraft è un’opera debitrice di troppi effetti speciali (Light and Magic impera), strani incroci tra Il Signore degli anelli (gli Orchi), Il Trono di Spade (magia, uomini e altri guai), La Storia Fantastica (due mondi che si incrociano) e qualsiasi altra derivazione da Sword and Sorcery (compresa Dungeon and Dragons); si defila tra un colpo di spada umano e una mazzata orchesca, cercando di trovare un filo logico nelle sue di ore di durata. Che sia un film per fan, lo si capisce dalla struttura alquanto lineare per chi ha mangiato pane e Warcraft fin dagli esordi (anche Jones pare lo sia stato), con il problema di non approfondire personalità e caratteri di ogni singolo personaggio. In questo modo si gusta lo spettacolo senza pensare a più di tanto della sua naturale evoluzione, anche se alcuni passaggi si ritrovano ad essere piuttosto prevedibili. Forza bruta e forza della magia che si scontrano in una guerra dove nessuno è in fondo né buono né cattivo, ma solo figure in GCI che cercano in tutti i modi a sopravvivere ai propri nemici e a se stessi. Massacrato dalla critica americana è arrivato da noi con un carico di perplessità, con il rischio che se il botteghino non gli sarà favorevole, si tratterà di un’altra saga che non troverà altro fiato per duplicarsi in ulteriori puntate. Duncan Zowie - dal nomignolo datogli in tenere età da suo padre David Bowie – lo preferivamo più modesto e geniale sulla Luna o su un treno in corsa. La Terra di Azeroth potrebbe essere il suo lancio definitivo nel mercato mainstrem, oppure l’inizio della sua fine.

Giudizio **




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(Mercoledì 1 Giugno 2016)


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