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Il giustiziere solitario questa volta non è tale

Jack Reacher - Il punto di non ritorno

Giocoso film d’azione dal sapore anni ‘80


di Roberto Leggio


Dopo aver steso a suon di legnate (prendendole anch’esso) tre energumeni fuori da un locale, e aver “incastrato” un poliziotto corrotto; Jack Reacher fa l’autostop fino a Washington per mantenere la promessa di portare a cena il maggiore Susan Turner che lo ha aiutato nella sua “bizzarra” missione. Quando arriva nella sede della Military Police, l’ex soldato viene avvisato che il suo “contatto” è stato incarcerato con l’accusa di spionaggio. Ma non solo: su di lui pende un’accusa per un omicidio compiuto sedici anni prima e di non aver pagato gli alimenti ad una figlia che non sapeva di avere. Con la polizia alle spalle, Jack è costretto a fuggire e lottare per la propria salvezza e di altre persone innocenti.


Tom Cruise ne prende tante. E' la parabola “umana” e un po' age' di un attore, che nonostante l'età e l'icona che si porta dietro, è capace di tanta autoironia. Jack Reacher, la pelle di cui è fatto il nuovo personaggio che il “vecchio” Tom porta sullo schermo, è sostanzialmente un solitario. Volendo un raddrizza torti, un ex militare d'assalto in disarmo che come Bruce Banner (Hulk… per i gonzi), vaga per gli Stati Uniti con il pollice alzato. Un antieroe che va dove lo portano i guai. Gli stessi dai quali vorrebbe tenersi lontano. Spara poco e mena molto le mani, e quindi si ritorna alle botte dell'incipit. Tom Cruise-Jacke Reacher, nel secondo episodio cinematografico tratto dalla saga di Lee Child, picchia e viene picchiato nel cercare di capire chi e perché l'ha accusato di un omicidio non commesso e di aver incarcerato ingiustamente “la voce” al telefono invitata a cena, che lo ha aiutato a mettere in manette uno sceriffo corrotto. Non è un thriller e non è nemmeno un noir quello che Edward Zwick mette in scena, ma un dinamico ed ironico film d'azione sullo stile nerboruto anni '80 che strizza però l'occhio alla nuova serie di Mission Impossible con qualche divagazione agli stilemi tutti d'un pezzo con Steve Segal. Il cattivo è tagliato con l'accetta per come picchia e spara; ed è sempre una spanna avanti del protagonista, conscio che gli anni passano e che “l'eroe” che è stato necessita di una stampella più agile e “preparata” (alla lotta). Ne viene fuori un film giocoso con tante scazzottate, sparatorie, violenza e fughe per mettere sotto accusa i traffici illegali di armi compiuti in sabbiosi territori di guerra da contractor privati al soldo del governo. Una storia in qualche modo già vista, ma qui ha una sottotrama in più: è davvero la figlia di Jack Reacher quella che i mercenari cercano “animosamente” per chiudere il conto con l'ex soldato? Godetevi il film fino alla fine e avrete la risposta.

Giudizio **1/2




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(Giovedì 20 Ottobre 2016)


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