 Cantare, ballare, sognare La La Land Per sfondare bisogna essere audaci e un po' folli
di Roberto Leggio Un'altra giornata di sole. La storia d'amore e scalata al successo di Mia e Sebastian inizia con un prodigioso piano sequenza su una strada iper trafficata di Los Angeles. Di lontano, sulla collina, si intravedono le lettere del paese dei sogni: Hollywood. Entrambi sbarcano il lunario come possono. Lei è una aspirante attrice che, tra un provino e l'altro, lavora come cameriera davanti agli studi della Warner Bros. Lui è un pianista di piano bar di bassa levatura, ma sogna di aprire un locale tutto suo, dove far rivivere la leggenda dei grandi jazzisti del passato. Tra un battibecco e l'altro, incomprensioni e aspirazioni comuni, i due si innamorano, cercando nel contempo di trasformare i loro sogni in realtà. Ma la realizzazione delle loro aspirazioni comporterà per entrambi compromessi e difficili decisioni.

Balla, canta, sogna. Bentornato musical. Quello vero, quello che infiamma l'anima e i cuori e che riesce a raccontare attraverso la musica il sogno di una vita migliore. La La Land è magia per gli occhi e per la mente. Tutto è perfetto, da essere una vera fiaba del mondo non proprio dorato di Hollywood. Che poi è il “non” luogo per eccellenza dei sogni, dove se si ha fortuna di entrarci, tutto è possibile. Per la cameriera che serve cappuccini alle star, attrice e sceneggiatrice in erba ed il pianista jazz alla ricerca di un proprio centro (e una propria musica), non è propriamente così. Gli inizi sono sempre difficoltosi e le persone che potrebbero aiutarli non sono sempre propensi a farlo. Quindi le delusioni possono essere cocenti. Ma sognare e tenere duro sono le caratteristiche giuste per arrivare al “successo”. E quando arriva, esso è così inaspettato da far cambiare sentimenti e prospettive. Damien Chazelle, regista prodigio amante della musica, in Whiplash metteva sudore sui piatti di una batteria in uno scontro a fuoco a due; in La La Land fa levitare gli audaci in cerca di fortuna in un cielo stellato, perché è proprio la che puntano le loro aspirazioni. Frizzante e malinconico è un vero omaggio al bel cinema anni 50', quelli di Fred Astaire e Gene Kelly, dove il ritmo e le coreografie riuscivano ad emozionare e coinvolgere gli spettatori. Lo fa anche adesso, forse con molta più onestà, in quanto i tempi attuali permettono una visione più realistica, così da dare più spessore ai patimenti (e alla relazione d'amore) dei due protagonisti. Non per nulla il finale (che non vi riveliamo) è ben diverso da come sarebbe finito ai tempi d'oro. E ciò rende La La Land un capolavoro da vedere assolutamente.
Giudizio ****

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(Mercoledì 25 Gennaio 2017)
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