 Il tesoro più inestimabile è la memoria Tutto quello che vuoi La vecchiaia “dotta” e la gioventù “coatta”
di Roberto Leggio Ignorante, turbolento, nullafacente e piccolo spacciatore di droga, Alessandro è un ragazzo che passa le giornate a bighellonare con gli amici al bar S. Callisto di Trastevere. Giorgio è un vecchio ottantacinquenne malato di Alzheimer, che abita un po’ più in là. Il caso di un lavoro accettato malvolentieri dal giovane come accompagnatore di quell’elegante signore in passeggiate pomeridiane li fa incontrare. Con il passare dei giorni, dalla mente un po’ smarrita dell’anziano e dai suoi versi, affiora progressivamente un ricordo del suo passato. Piccoli indizi che si portano ad una vera e propria caccia al tesoro. Alessandro (e i suoi volgari amici) si avventurerà insieme a Giorgio in un viaggio alla scoperta di una “ricchezza” nascosta e di quella celata nel suo stesso cuore.

La vecchiaia “dotta” e la gioventù “coatta”. Se l’alzheimer cancella la memoria e la ritrova con fiducia nei ricordi di un vecchietto poeta; la memoria corta ed acerba di questi giovani d’oggi “inintellettuali” dediti alla parolaccia, alla maleducazione, al vivere “facile” si fa metafora della società moderna. Il vecchio, la vecchia Italia, l’ingenuità gentile sono i punti di forza di questo nuovo film di Francesco Bruni, che tenta un ponte tra due generazioni davvero agli antipodi. Perduto il rapporto con i padri, persi nelle loro nevrosi e nelle loro sconfitte, i giovani descritti nel film cercano (e forse trovano) un punto di riferimento con i cosiddetti nonni. Quelli che tifano per il Grande Torino, che dicono “marcare” invece di “segnare”, che salutano togliendosi il cappello la ragazza sognata e forse amata e che fanno di un paio di scarponi un tesoro inestimabile. Giuliano Montaldo, con quel suo aspetto demodé, quella signorilità perduta, è il protagonista assoluto di questa storia tenera e poetica che purtroppo fa rimpiangere una società che è stata cancellata dalla volgarità e dall’ignoranza. Ma forse non tutto è perduto. La “terribile” brigata di giovani che lo accompagnano nel suo “viaggio” nella memoria alla ricerca di quel tesoro seppellito nei meandri della seconda guerra mondiale; scoprono con “amarezza” che la vita più semplice è quella per raggiungere i propri scopi. “Si poeta quando non si sa cosa dire”. Afferma il vecchio “svagato” alla giovane “spalla”, infatuato di una donna più grande di lui prima di innamorarsi veramente. Il ragazzo, ignorante, perdigiorno e vacuo, capisce immediatamente il senso della frase. Si riappropria della “storia” (quella grande che non dovremmo scordare mai) difendendo con tenerezza quel Virgilio dalla memoria svanente che da vero outsider gli ha dato le basi per affrontare il futuro. Tenero e nostalgico, road movie “generazionale”, Tutto quello che vuoi giocando con i contrasti forti, punta in alto ad essere un vero e proprio commovente capolavoro.
Giudizio ***

(Sabato 13 Maggio 2017)
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