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Amore universale nella campagna lombarda

Chiamami col tuo nome

Sensualità poetica tra due corpi in “fiore”


di Roberto Leggio


Una lunga estate calda di “emozioni”. Nella campagna lombarda del 1983 ai tempi del pentapartito di Bettino Craxy, Elio giovane diciassettenne musicista in erba, colto e moto più sensibile dei suoi coetanei, trascorre le vacanze nella villa di famiglia. Suo padre, professore universitario, come ogni anno ospita uno studente straniero per lavorare al dottorato di ricerca. In questo contesto, arriva Oliver, bello e disinvolto ventiquattrenne americano. Tra un bacio e una carezza con una sua amica francese, Elio da subito si sente attratto da Oliver e pian piano se ne innamora. Col passare del tempo, tra lunghe passeggiate, nuotate e discussioni “intellettuali”, tra i due giovani nasce un desiderio travolgente ed irrefrenabile. L’amore segnerà per sempre quell’estate indimenticabile.


Passione, amicizia e rimpianto nella campagna cremasca. Senza falsa modestia Luca Guadagnino mette in scena un film scritto da James Ivory, che il grande regista britannico ha adattato dal romanzo di André Aciman. Non è cosa da poco in quanto i tempi, la poetica e le pulsioni “umane” sono proprie del maestro inglese. La storia è quella che arriva diretta al cuore. E volendo al centro dell’anima di un amore. Gay per l’esattezza. Ma il fulcro non è l’omosessualità, ma i sentimenti di due giovani di ieri, in quell’Italia dimenticata del 1983, magari ancora ingenua ma sostanzialmente genuina. Elio è un ragazzo franco/inglese che vive con il padre professore di storia greco-romana, in una grande casa di campagna nella quale arriva Oliver, studente di storia antica. L’estate sarà il palcoscenico di un potente romanzo di formazione, dove l’attrazione di entrambi si sviluppa pian piano, non prima di certi amorazzi eterosessuali. La sessualità è appena accennata, acerba. Si evidenziano più le emozioni e tutto quello che ne consegue. Un film sensoriale nel quale è forte la vicinanza e poi il dolore della distanza della persona amata. Con garbo poetico, Luca Guadagnino mette in scena un film quasi perfetto (la lunghezza eccessiva è la pecca più evidente) nel quale la relazione di due corpi giovani è la traiettoria di un percorso personale e emozionale fatto di passeggiate in bicicletta, bagni nelle acque gelide di un lago, campagne assolate ed il testo e la musica di Love My Way dei Psychedelic Furs come collante di quella “estate” diversa. Un film atipico nel panorama arido del cinema italiano, in quanto, nonostante le molte parole, l’omosessualità è ancora un tabù. Per quanto possa essere possibile Chiamami col tuo nome è un opera necessaria. Un inno all’amore universale. Unico. Imprescindibile.

Giudizio ***



(Giovedì 25 Gennaio 2018)


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