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Il liquido amniotico dell’amore

La Forma dell'Acqua

Nel silenzio un “mistero” che unisce due “diversi”


di Roberto Leggio


America anni Sessanta. Elisa, giovane donna muta, lavora come donna delle pulizie in un laboratorio scientifico dove gli americani combattono la Guerra Fredda. Legata profondamente a Zelda, collega afroamericana che cerca di emanciparsi al mondo e al marito nullafacente, Elisa convive con un amico omosessuale grafico di pregio ma discriminato sul lavoro. Diversi in un mondo di mostri dall’aspetto rassicurante, la ragazza scopre che nella vasca del laboratorio (soprav)vive in cattività una creatura anfibia di grande intelligenza e sensibilità. Nutrendolo con uova sode e facendogli ascoltare musica jazz, Elisa lo “rapisce” per se. Condannati entrambi al silenzio e alla solitudine, la ragazza si innamora di quel “mistero” capace di vivere tra acqua ed aria.


Forma e sostanza di ogni amore contro la violenza. Il tempo è quello degli albori della Guerra Fredda. Americani e Russi a rincorrersi alla conquista del cosmo con forme non umane (i russi un cane, gli americani con qualcosa non “propria” di questo mondo). La metafora è tutta qui. Guillermo del Toro mette tutto il suo cinema in una sola pellicola e dirige forse il più bel film degli ultimi dieci anni. Il regista messicano in quest’opera di fantasia pone l’acqua e l’amore come forme dell’equilibrio del bene sul male, ma soprattutto dell’accettazione del “diverso”. O meglio i “diversi”. Lei muta dalla nascita, ma dotata di acuta intelligenza; lui “mostro” anfibio, afasico uomo-pesce probabilmente una divinità amazzonica ancestrale. Il silenzio compenetra i gesti, i sentimenti di lei liberatrice della “creatura” dagli aguzzini che non riescono a vedere oltre la bellezza delle cose. Terra e acqua si fondono in una “mostruosa” poesia visiva nel liquido amniotico che lega e fa nascere un amore “impossibile” tra “razze” agli antipodi. Capolavoro pan razziale che mescola il cinema classico (con immersione nel cinema di serie B), il racconto morale sulla tolleranza, il thriller e lo spionaggio. Metacinema che riempie gli occhi ed il cuore, la Bella e la Bestia si comprendono senza articolare alcuna parola. La forma dell’acqua è una favola “contemporanea” di incontro-scontro tra realtà diverse, linfa vitale per un mondo migliore. Cinema allo stato puro. Come dovrebbe essere. Un’immersione totale nella macchina dei sogni. Cosa pretendere di più?

Giudizio ****1/2




(Giovedì 15 Febbraio 2018)


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