 La forza disperata di un uomo per i suoi animali Petit Paysan Intrigante sociothriller neorealista in campagna
di Roberto Leggio Forza d’animo, mucche e dolore. Nella Francia rurale vive Pierre, ragazzotto di campagna che è tutt’uno con le sue vacche. Le cura, le accudisce, le munge, le accarezza, le pulisce. Se loro soffrono, Pierre soffre con loro. Una malattia terribile decide il suo destino. Le mucche si ammalano e lui cerca di non far sapere nulla alla comunità e ai veterinari locali quello che è scritto negli astri del firmamento della sua vita di allevatore. Il vortice degli eventi di colpe e speranze, lo avvolgono spingendolo fino ai limiti estremi della legalità, pur di salvare i suoi amati animali.

Dramma rurale nella Francia contemporanea, Petit Paysan è un thriller sociologico di dolente animalità-umana, con al centro un giovane che da un giorno all’altro vede il suo piccolo mondo sgretolarsi a causa di una epidemia vaccina. Non è solo la perdita dei suoi animali, con i quali ha un rapporto quasi simbiotico, è anche il terrore del fallimento economico e della sua stessa vita a causa dei mancati rimborsi ed incentivi che lo Stato ottuso non elargisce agli allevatori come lui colpiti dalla pandemia. In un crescendo di tensione, il piccolo allevatore, nasconde e distrugge prove, sottrae, mente anche alla sorella veterinaria incaricata del controllo sanitario della Regione. Pierre è l’emblema del cittadino europeo strozzato da un sistema avaro che non lascia speranze. Nouvelle Vague e neorealismo d’altri tempi, il miniscolo film di Hubert Charuel (che vissuto in campagna conosce a menadito la materia), è un capolavoro di sorprendente attualità, con un attore, Swann Arlaud (bravissimo), capace di incarnare la solitudine di un uomo tutt’uno con la sua terra e i suoi animali. Senza fronzoli, diretto e disperato, è un film d’esordio tanto esemplare quanto potente. Da non perdere.
Giudizio ***

(Mercoledì 21 Marzo 2018)
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