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Nel mondo distrutto…

The Quiet Place

... solo il silenzio può salvarti la vita…


di Roberto Leggio


Nel 2020, la popolazione della Terra è stata decimata da una razza aliena che attacca qualsiasi cosa provochi rumore. Dopo una perdita terribile, una famiglia di padre, madre e due figli, sopravvive in una fattoria isolata, circondata da questi letali cacciatori. Per evitare attacchi, la famiglia vive nel più isolato silenzio, comunicando solo con la lingua dei segni.


Silenzio, “loro” ti ascoltano! In un mondo subissato dal rumore, da qualsiasi tipo di suono, il silenzio è più che metafisico. Il silenzio, in questo thriller-horror di fantascienza è il modo unico per restare vivi. Lo sanno i componenti di una piccola famigliola che conosciamo aggirarsi senza fare rumore tra gli scaffali semivuoti di un supermercato. Essi sono tra i pochi sopravvissuti ad una “spaventosa” invasione di alieni cacciatori dall’udito sopraffino ma totalmente ciechi, che uccidono qualsiasi cosa faccia il minimo rumore. Mamma, papà e figlioletti, sono ancora vivi e cercano di sopravvivere il più possibile in una fattoria nel “nulla” rurale americano, perché abituati a dialogare tra loro con linguaggio dei segni in quanto la figlia più grande è sordomuta dalla nascita. Papà, cerca di dare sicurezza a tutti, tentando di avere contatti con l’esterno tramite una radio con delle cuffie e avendo la speranza di trovare altri umani come loro accendendo dei fuochi nella notte buia e foriera di terrori inenarrabili. La forza del film è nella costante angoscia che si addensa attorno a questo nucleo di umani destinati a vivere nel silenzio più totale, anche nell’attesa di un nascituro che come sappiamo potrebbe essere la preda più appetibile e senza scampo. Poche stringate parole , soprattutto sussurrate in un illuminante dialogo tra papà e mamma, che restano incise a fuoco nel contesto di un film perfetto, in cui gli attori recitano con gli occhi e impongono anche agli spettatori di non muoversi in sala per non scatenare qualcosa di mostruoso e letale. Scritto benissimo, senza alcuna sbavatura e diretto con mano sicura da John Krasinskiz, tra l’altro interprete principale con sua moglie Emily Blunt, gioca sulla spiazzante e originale idea che si possa fare un film partendo dalla privazione dei dialoghi e suoni (e se ci sono, esistono perché ovattati) in un epoca in cui tutto è ritmato, urlato; in cui la “quiete” (del titolo, mai così metaforica) è densa di rumori da restarne storditi. Lo stordimento, qui invece è il silenzio, che compenetra i corpi, i gesti quotidiani di una vita da vivere nonostante il terrore.

Giudizio ****




(Giovedì 5 Aprile 2018)


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