 Geniale e beffardo horror da camera Ghost Stories Credere o non credere, questo è il problema
di Roberto Leggio Credere o non credere, questo è il problema. Il professor Goodman è un docente di psicologia famoso per il suo scetticismo nei confronti di qualsiasi evento soprannaturale. Quando, tramite una lettera misteriosa, gli viene affidato il compito di indagare su tre casi paranormali inspiegabili, l'uomo inizia ad indagare sempre più a fondo, ignaro che essi riveleranno misteri terrificanti oltre la sua stessa immaginazione. Come in un setaccio, però, quello che non può essere spiegato razionalmente, egli arriverà ad una angosciante e scioccate conclusione che lo riguarderà personalmente.

I fantasmi esistono veramente o sono materia per millanterie? Oppure a guardar bene esiste una terza possibilità? Senza spoilerare nulla, per non togliervi il piacere della sorpresa, vi consigliamo di correre a vedere questo film deliziosamente “spaventoso”. Lo diciamo nelle prime righe così da poter sottolineare che si tratta di un piccolo ed intelligente capolavoro. Di genere. S’intende. Tratto da una piece horror-comedy che tanto successo ha avuto nei teatri anglofoni; Ghost Stories approda al cinema diretto dagli stessi autori (Jeremy Dyson e Andy Nyman) che lo scrissero per il palcoscenico. Nel contesto è il connubio di tre storie ambientate attraverso i ricordi dei vari protagonisti: nella brughiera, all’interno di un ex manicomio e in un bosco del Yorkshire, che raggrumano inquietudine, terrore e paura. Frullando l’impianto classico delle storie di fantasmi all’inglese (scricchiolii, ombre, luci che vanno e vengono, figure spettrali, diavoli e oggetti che paiono vivere autonomamente); il film avanza per quadri sempre più inquietanti facendoci accompagnare da un Debunker (colui che smaschera false sedute spiritiche e sedicenti sentivi) nella paura più totale; cercando di dipanare con lui i dubbi “paraormali” che lo assalgono nel disvelamento dei tre casi ancora irrisolti. Orrore da “camera” (o da palcoscenico con tutte le sue restrizioni) trova la sua catarsi nel finale beffardo e geniale, annodando tutti i fili di una vicenda che pone un quid importante: è più spaventoso l'irrazionale o qualcosa che va oltre l'immaginazione?
Giudizio **1/2

(Giovedì 19 Aprile 2018)
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