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Per raccontare le baby gang e il cyber bullismo

Stefano Calvagna nuovamente sul set

Un Docufilm sulla realtà romana della delinquenza minorile


di red.


L'impegno sociale del regista romano Stefano Calvagna continua attraverso la settima arte. Dopo aver girato un film internazionale a Londra, con attori del calibro di Sean Cronin (Mission: Impossible - Rogue Nation, Harry Potter e la camera dei segreti), Ilario Calvo (Rush di Ron Howard e la famosa serie tv internazionale Outlander) e Adam Shaw (Salvate il soldato Ryan, Red 2, Doctor Who serie tv), torna alle origini con un
docufilm sulle realtà di una Roma cruda e realistica per raccontare le baby gang e il cyber bullismo. Il film narra le vite dei membri una baby gang che vuole prendere il controllo del quartiere e fare soldi, intrecciate con quelle dei coetanei che fanno, invece, una vita da normali sedicenni. E' il regista stesso che spiega le ragioni della sua nuova opera:

“Un viaggio nel bullismo contemporaneo accentuato anche a causa dell’ammirazione che i giovanissimi nutrono nei confronti dei protagonisti negativi di alcuni videogiochi, film o serie tv. Di questi prodotti, infatti, i ragazzi non percepiscono il messaggio di denuncia”, ma, piuttosto, rendono gli antieroi figure iconiche che li spingono
all’emulazione di comportamenti criminali, poiché non sono in grado di comprendere i
confini fra realtà e finzione e le gravi conseguenze che ne scaturiscono. Per di più, la
moderna società impone metodi educativi molto più tolleranti rispetto al passato, ma,
spesso, si fa l’errore di trasformare tale tolleranza in un permissivismo che non consente
ai giovani di imparare ad apprezzare alcuni valori”.



E, ovviamente, nel docufilm, non mancherà la tematica del cyber bullismo, che allarga
enormemente le possibilità di essere vittima di scherno, tanto da conoscenti, quanto da
persone sconosciute e lontane. Perché i social network mettono ogni persona “in vetrina”,
alla portata dei giudizi di chiunque, e le giovani ragazze, inoltre, possono diventare vittime, più o meno coscienti, della prostituzione minorile, scegliendo di diventare baby squillo al fine di garantirsi denaro e beni materiali.
Un percorso nella psicologia e nelle storie dei ragazzi che vivono intorno a noi.



(Giovedì 19 Aprile 2018)


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