Musica come arte, musica come riscatto sociale, musica come veicolo per l'integrazione. "La Mélodie", il bellissimo film di Rachid Hami è tutto questo e riesce ad emozionare con una storia semplice. Siamo in una banlieu parigina e Simon (Kad Merad), un violinista in attesa di ingaggio, accetta l'incarico di insegnare in una scuola media. L'incontro-scontro con una classe multietnica e disgregata composta da bambini alle prese con i disagi sociali della loro condizione famigliare produrrà il miracolo dell'integrazione. Con lo studio del violino il professore riuscirà a farsi accettare dai ragazzi, anche quelli più problematici, e a diventare un "faro" illuminante per le loro vite disagiate. Ma non sono solo gli allievi ad imparare. Simon recupererà, attraverso il particolare rapporto con Arnold (Alfred Renély), uno studente di origine centroafricana particolarmente talentuoso che non ha mai conosciuto suo padre il rapporto con la figlia adolescente. Il potere carismatico della musica e l'empatia con l'insegnate si concretizzerà nel coronamento del loro sogno di rivalsa sociale: partecipare al concerto di fine d'anno della Filarmonica di Parigi.
Il regista di origine algerina ha preso spunto dal progetto di educazione musicale ed orchestrale Démos che è indirizzato a bambini provenienti da quartieri disagiati delle città o da zone rurali dotate di scarse istituzioni culturali e il tema affrontato non è originale nel genere cinema di formazione. La Mélodie fa venire, infatti, alla mente "Les choristes - I ragazzi del coro" diretto da Christophe Barratiere nel 2004 anche se il periodo storico ed il contesto sociale sono diversi (qui siamo nel dopo guerra) o "L' Attimo fuggente" di Peter Weir per la straordinaria empatia fra insegnante ed alunni. Ma Rachid Hami dona alla sua pellicola una poesia particolare attraverso l'esplorazione psicologia profonda dei sentimenti di una scolaresca incolta e disomogenea. "La Mélodie" è un film che commuove e dona speranza al pubblico. Lo studio della musica non è solo arte: i ragazzi non imparano solo a suonare il violino ma ad armonizzarsi fra di loro pur esprimendo un' identità autonoma. Anche nel deserto può nascere un fiore potrebbe essere l'incipit di questo lungometraggio che dovrebbero necessariamente vedere ragazzi, genitori ed educatori.