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Thriller psicologico firmato da Christian Carion

Mio figlio

Un viaggio alla riscoperta della paternità


di Mario Dal Bello


Campione d’incassi in Francia, il thriller psicologico – prima che vero e proprio “giallo”- Mio Figlio diretto da Christian Carion si insinua in un paesaggio invernale di per sé disturbante nella sua glacialità e nei silenzi paurosi, come la storia di un padre assente e separato, preso dal lavoro e cioè da sé stesso, che d’improvviso viene chiamato dalla ex moglie. Il piccolo Mathys, di sette anni , è scomparso. La paternità si risveglia poco a poco in Julien (Guillaume Canet), all’inizio quasi come un disturbo, poi riaffiora man mano che l’uomo, ben oltre le richieste della polizia, cerca da solo il figlio, come una specie di vendicatore solitario.


Il dramma gli si riflette in faccia e colma ciò che manca nel rapporto con l’ex moglie, anche se poi non si rimetteranno insieme ma ciascuno, come un fatto inevitabile, proseguirà per la sua strada. Intanto, Julien rischiando la vita, ritroverà il figlio , ma la sicurezza che tutto sia finito, non rimane. Il meglio del film sta forse nella figura del padre che pensa alla fatica del figlio di accettare il compagno della moglie, la ribellione istintiva dei bambini di fronte alle tragedie familiari, e i l rimorso di Julien per il proprio egoismo. In questo senso, l’interpretazione di Canet è la più convincente e libera il film da una certa routine del genere, dandogli lo spessore di uno scandaglio psicologico e alla fin fine, di una ricerca di amore.

giudizio: **1/2



(Venerdì 28 Settembre 2018)


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