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My name is English. Johnny English…

Johnny English colpisce ancora

La spia (idiota) che salvò il mondo dal pericolo “digitale”


di Roberto Leggio


Dio Salvi la Regina, il Regno Unito… e tutti noi<. Quando un attacco informatico rivela l’identità di tutti gli agenti segreti britannici, l’unico rimasto in circolazione è Johnny English, andato in “pensione” e riciclatosi come maestro elementare, dove insegna l’arte della seduzione e dell’inganno. Ri -chiamato in causa dal primo ministro che (non) vede in lui l’ultima risorsa, English si getta nell’azione con il suo fedele aiutante Bough, non sapendo nulla dell’era digitale. Alla guida di una vecchia e scassata automobile succhia benzina, si butta sulle tracce di una giovane affascinante spia russa, sperimentando droghe sintetiche e la realtà virtuale pur di acciuffare il Re degli Hacker. L’indagine piena di “insidie” avrà fine dopo una sequela di “danni collaterali” e una armatura medievale che salverà il mondo dal pericolo interconnesso.


My name is English. Johnny English. Come un maldestro (e idiota) 007, Johnny English è un maestro elementare prestato ai servizi segreti (M-17) per salvare il mondo. La maschera è sempre quella del sornione di Rowan Atkinson, geniale comico britannico, che in parallelo a Mr. Bean, riesce con una pantomina fisica e verbale ad ironizzare su un genere diventato col passare del tempo sempre più serioso e d’azione. Giunto alla sua terza avventura, anche se con qualche punta di stanca, l’agente segreto più scemo di sempre, va allo sbaraglio non senza impaccio, contro un Re del digitale che vorrebbe ingabbiare tutta la Terra in una generale rete internet. Il plot narrativo è proprio questa dicotomia tra vecchia e nuova scuola. Johnny English ad esempio non sa cosa sia una app, non comprende i limiti della realtà virtuale e non sa utilizzare ne smartphone e nemmeno una passaword. Da parte sua li “combatte” con metodi analogici che creano scene portate all’estremo divertenti e surreali, in parte prese a piene mani dalla realtà di tutti i giorni, tanto da prendere in giro (forse anche Atkinson stesso) tutti gli over 60 che non sanno muoversi o manipolare i nuovi devices. Da antologia la scena clou e definitiva dello spadone medievale contro lo smartphone capace di distruttive conseguenze. La forza del film è proprio in questo gap tecnologico, in quanto, senza mai scadere nella volgarità, riesce a far ridere a crepapelle con trovate analogiche, ma ancora piene di fascino.

Giudizio **1/2



(Mercoledì 10 Ottobre 2018)


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