 Dal vintage all’odierno passando per la rete Ralph Spacca Internet Nel mondo virtuale tutti ti possono veder… giocare
di Roberto Leggio Durante una corsa di Sugar Rush (anche per merito di una “sciocchezzuola” di Ralph Spaccatutto), Vanellope Von Schweetz ammacca la sua vettura distruggendo però il volante, così da compromettere la sua vita “eterna” all’interno del proprio videogioco. Disperata, in quanto potrebbe restare sempre ai box della sala giochi di Litwak; assieme a Ralph si avventura nel grande, immenso, inesplorato mondo di internet alla ricerca del pezzo di ricambio necessario per salvare il proprio video gioco. Lanciati attraverso una connessione Wi-Fi, i due amici si ritrovano a viaggiare nel World Wide Web, meravigliandosi e rafforzando la loro amicizia, finendo in una situazione fuori dalla loro portata. Ralph e Vanellope, si dovranno quindi affidare sui cittadini di internet che li aiuteranno a navigare a “vista” nella giusta direzione.

Ralph Spacca Internet. Ovvero quando il sequel è meglio dell’originale. Siamo di nuovo nel mondo dei video giochi. Quelli passati di moda. Quelli all’interno di “macchine” da sala giochi, un po’ vecchiotti e che a vederli adesso fanno sorridere. Ralph di rosso vestito e la sua amica “zuccherosa” Vanellope, vivono ancora felici nel loro mondo video ludico nerd retrò, fin quando il volante della macchina della ragazzina di rompe e lei rischia di venire “abbandonata” per sempre nel video gioco in cui vive. Ed è a questo punto che il plot narrativo prende una strada nuova. Grazie a Dio, evolvendosi. Sfruttando il Wi-Fi (parola ai due sconosciuta), si immergono nella rete venendo lanciati alla ricerca del pezzo di ricambio grazie ad Ebay. Va da se che l’incontro con le due epoche (preistoria per i vecchi videogiochi, neostoria con tutti gli annessi e connessi dell’insistenza realistica dei vari popapp e i giochi sempre più “spinti”) è il nocciolo portante della storia. Non ultimo restare amici in questo “nuovo” mondo di frenesia social, nel quale comprendere la vera “identità” dei due è molto ardua, in questo “universo” sofferente di attenzione. Metafora socio-virtuale, prende molti spunti da Inside-Out della consorella Pixar (li si viaggiava all’interno delle emozioni, qui nella più completa realtà fittizia della rete), giocando a furor di metafora a tutti i mali derivati dall’abuso di internet. Raplh, affronta con disarmante semplicità (e un pizzico di dolcezza) il caos nevrotico della frenesia social (compreso il cyber bullismo) riuscendo a sopravvivere a questo mondo paradisiaco da una parte, ma “infernale” dall’altra, tenendo salda la sua “indissolubile” amicizia con Vanellope. Il film, comunque, segnalando un ottimo equilibrio tra il vecchio ed il nuovo, trova per fino il tempo per prendersi il giro, proprio con la Pixar, in una scena da vera antologia: raccogliendo tutte le principesse in un'unica scena, facendole interagire con Meriva di The Brave, incompresa (parla in gaelico) in quanto facente parte di una “diversa produzione”. Segnale inequivocabile, che la Disney e Pixar, viaggiano su binari paralleli ma identici nella forma e nella sostanza.
Giudizio ***

(Domenica 9 Dicembre 2018)
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