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Keira Knightely nei panni della scrittrice anticonformista

Colette

Film patinato e ben confezionato ma poco originale


di Mario Dal Bello


Colette è un film patinato, lussuoso, ambientato tra Otto e Novecento è di quelli che professionalmente sono perfetti. Keira Knightely ha corpo e volto adatti al ruolo delle scrittrice anticonformista che da campagnola si trasforma in attrice e star letteraria – con il personaggio disinibito di Claudine che fece scandalo all’epoca-, nonostante le tresche del marito spiantato che pubblica le opere della moglie con i l suo stesso nome. La storia di questa donna di talento, femminista prima del tempo e certo spregiudicata, fila che è un piacere, fotografia e costumi sono fascinosi. Eppure, manca qualcosa nel lavoro diretto con innegabile abilità da Wash Westmoreland. Ed è lo scatto, l’impennata, in una parola: l’originalità.

Il film talora è prevedibile e molto didascalico. Un prodotto di lusso, un mèlo forse sopravvalutato, ma Colette (e l’attrice che l’interpreta) alla fin fine non riescono a dirci più di quel che già sappiamo. Si resta in superficie: bei volti, bei vestiti, begli ambienti, dialoghi salottieri quanto basta. Si poteva osare e scavare di più. Colette rischia di rimanere come una disinvolta, cinematografica star hollywoodiana.

giudizio: **



(Lunedì 10 Dicembre 2018)


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