 Adolescenza perduta e maledetta tra i vicoli di Napoli La paranza dei bambini Una pistola, un cuore, un rione… in guerra
di Roberto Leggio Napoli 2018. Sei quindicenni, vogliono fare soldi, comprare vestiti firmati e motorini nuovi. Giocano con le armi e corrono in scooter alla conquista del Rione Sanità. Con l’illusione di portare giustizia nel quartiere inseguono il bene attraverso il male. Sono come fratelli, non temono il carcere né la morte, e sanno che l’unica possibilità è giocarsi tutto. Subito. Nell’incoscienza della loro età vivono in guerra e la vita criminale li porterà a una scelta irreversibile: il sacrificio dell’amore e dell’amicizia.

“Con chista devo ‘ndà a fatica’!” Dice Nicola, il protagonista, al fratellino più piccolo che lo vede maneggiare un pistola automatica. Andare a fatica’, a lavorare, nel Rione Sanità di Napoli, significa andare a delinquere. A quindici anni, diventare qualcuno, con i tuoi amici coetanei, se non più piccoli. Il tema è ricorrente, almeno come la cronaca racconta e come la descrive Roberto Saviano, che prima del film ha scritto un “romanzo criminale” di ascesa al potere di questi pesci piccoli (La Paranza, appunto) per diventare dei boss. Al contrario del libro, i bambini hanno uno sguardo più ingenuo, più aderente alla loro età sebbene perduta, che come nel medio evo possono arrivare al massimo ai 24 anni. Poi morire. Ammazzati. O andare in carcere. Duro. Claudio Giovannesi, regista che ha spiazzato tutti con il suo “Fiore”, narra di questi bambini/adulti, affascinati dalla vita criminale, per acquistare abiti e scarpe costose, permettersi un tavolo in discoteca e poter bere champagne assieme alle proprie “fidanzatine”, ammaliate dai soldi facili, nonostante i rischi che esso comporta. Girato come un istant-movie, con ragazzi presi della strada; il film mostra una tribù (evocativa la scena iniziale con i corpi seminudi sporcati di sanguinaccio che ballano urlando attorno ad un enorme falò) di bambini immersi nella violenza, nell’estorsione e nella povertà, che decidono di prendere le redini di un mondo (il loro rione) facendo del bene della comunità attraverso il male. La fotografia che ne viene fuori è brutale, in parte poetica, ma devastante. Perché dove lo Stato latita la guerra è dichiarata.
Giudizio: **1/2

(Martedì 12 Febbraio 2019)
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