 Il nostro “orribile” doppio Noi Chi siamo veramente "noi"?
di Roberto Leggio Adelaide Wilson, torna nella sua casa d'infanzia in California, per trascorrere le vacanze estive assieme al marito e ai loro due figli. Tormentata da un trauma irrisolto della sua infanzia, Adelaide sente crescere e materializzarsi una ossessione paranoica dopo aver passato un'intensa giornata al mare con dei loro amici. Tornati casa, durante la notte, i Wilson vedono le sagome di quattro figure che si tengono per mano sul loro vialetto. Ben presto faranno la terrificante scoperta che le quattro figure sono dei doppelgänger di se stessi...

Chi sono veramente “loro”? Semplice: Noi stessi. Come il titolo allude proprio al nostro essere, il film allude alla nostra dualità. Di istinto, di bontà, di odio e di male. Jordan Peele, al suo secondo film, conferma di essere quel “nuovo” che mancava da tempo nel genere horror, perché il male non viene da “fuori”, viene da “dentro”. Si, signori, dall'interno della nostra “società”, che in fondo non ci vuole tanto bene. Il film comincia anni fa. In quel 1986 quando milioni di persone in America, si presero per mano per sconfiggere fame e miseria. Quando Thriller di Micheal Jackson faceva il verso al terrore degli Zombies. Cioè tutto quello che ci faceva paura e per la paura eravamo pronti a ballarci sopra. Adesso non balliamo più. Viviamo in un Luna Park di belle parole, dove nulla è più realistico. Tanto tutto è filtrato dalle immagini, dai selfie, dalla TV e dall'abuso di fotografie. Noi, parla di “Noi”, zombies senza presente, senza futuro, pronti forse a ritornare per riprenderci quello che più c'è stato levato: la coscienza. Una massa senza speranza, ultracorpi di un mondo specchiato, evanescente, falsificato e falsificabile. Dove tutto è duplicato e duplicabile. Il bene è ancora il bene? E il male è ancora il male? Più ardito e grottesco di Get Out, il nuovo film di Jordan Peele, gronda di metafore concrete, dove l'horror più sanguinolento e spaventoso, non rinuncia ad una sottile ironia presa e raccontata per lo più dai testi di canzoni rap e pop-rock, volani indiscutibili di un'America dalla doppia identità. Violenza, ipocrisia, razzismo, purtroppo ancora e sempre in auge (come qui da noi). Malattia non debellabile. Facilmente duplicabile, però.
Giudizio: ***

(Venerdì 5 Aprile 2019)
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