 La commedia della vita e del palcoscenico Stanlio e Ollio Nostalgico e commovente ritratto della coppia comica più famosa del mondo
di Roberto Leggio L’indissolubile arte del far ridere. Stan Laurel e Oliver Hardy, i due comici più amati al mondo, partono per una tournée teatrale nell’Inghilterra del 1953. Finita l’epoca d’oro che li ha visti re della comicità, vanno incontro a un futuro incerto. Il pubblico delle esibizioni è esiguo, ma i due sanno ancora divertirsi insieme. L’incanto della loro arte continua a risplendere nelle risate degli spettatori, facendo rinascere il legame con i fans adoranti. Il tour si rivela un successo, ma Laurel e Hardy non riescono a distaccarsi dai loro personaggi e, anche a causa della delicata salute di Oliver, vedono messo alla prova il loro sodalizio. I due, vicini al loro canto del cigno, riscopriranno l’importanza della loro amicizia.

Commedianti sul palcoscenico e nella vita, Stanlio e Ollio, nel 1937 sono la coppia comica del secolo. Sedici anni dopo, dopo l’unico tradimento di Ollio per un film con “l’elefante” sotto contratto con Hal Roach (che li mise insieme e divenne il loro produttore egoista e vampiro che mai ha riconosciuto i diritti dei loro film), attraversano l’oceano per recuperare quella notorietà svanita nel tempo. Il biopic su Stanlio e Ollio verte su quella tournee. Quella della riscoperta, della rinascita e purtroppo l’ultima. Il perché è semplice: era l’unico modo per comprendere l’esatto amalgama di una coppia, non solo di attori, ma di amici, confidenti e prendetela con una gag, una coppia di fatto. Non ci può essere Stanlio senza Ollio e Ollio senza Stanlio. La loro verve in teatrini della provincia inglese, dapprima vuoti, poi via via sempre più pieni e in spazi e teatri sempre più grandi, sono la chiosa della loro fama, esplosiva, immortale. Il film di John S. Baird è la storia di un rapporto intimo di un duo che nonostante l’età, le battute, il sentore di una parabola artistica destinata a finire per la presenza sempre più prepotente della TV e di un altro tipo di comicità (Gianni e Pinotto), continua imperterrito ad essere un unicum. Denso delle battute scritte dal geniale Stanlio e dalla fragilità “gentilmente obesa” di Ollio, amplifica il loro rapporto mostrando anche l’aspetto umano e fallimentare di una storia di cinema da archiviare (il sogno e la rincorsa di un ultimo film insieme su Robin Hood, mai realizzato). Senza pietismi, al di là dell’agiografia che poteva rovinarne la sintesi, Stanlio e Ollio, sottolinea la linea di demarcazione tra la vita vera e quella artistica. Così sottile da confondersi continuamente in gioco intenso di specchi, sospesa tra realtà e finzione.
Giudizio ***

(Giovedì 18 Aprile 2019)
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