.


Film in uscita Recensioni Festival Eventi Sipario Home video Ciak si gira Interviste CineGossip Gadget e bazar Archivio
lato sinistro centro

Home Recensioni      Stampa questa pagina  Invia questa pagina  Zoom: apri la pagina in una nuova finestra


Il West è morto. Viva il West.

I fratelli Sisters

Materna frontiera di redenzione


di Roberto Leggio


Nella notte si spara all'impazzata nel buio. I morti ammazzati sono tanti. Chi resta in piedi sono due fratelli, pistoleri di professione, sicari di un boss di frontiera che regolarizza conti con poche parole e molte pallottole. I due, sopravvissuti ad un padre “violento”, spargono violenza aiutandosi a vicenda, come se fossero un unico corpo di doppia “unicità”. Uno è riflessivo e “buonista”, l'altro è azione pura, anima del West più selvaggio. Iconici come due rock star, ricercano un chierico con la formula per scovare l'oro nei fiumi della California. Ma il mondo è impazzito e l'ingordigia umana definirà i termini di una famiglia in cerca di pacificazione.


Se gli Spietati, metteva la pietra tombale sul west classico (cowboy vecchi, stanchi e disillusi scendono a patti con il passato cercando di seppellirlo su una collina al tramonto), il nuovo e geniale film di Jacques Audiard, destruttura il genere e lo ricompone dandogli (forse) nuova linfa. Gli stilemi ci sono tutti, ma è il modo in cui sono raccontati che sono diversi. Ironico, grottesco e fantasioso sebbene violento e sanguinario come certi di film Sam Peckinpah; la storia di questi due fratelli dall'indole diametralmente opposta, analizza la fine di un mito, riscrivendone uno nuovo. Si filosofeggia sulla vita, si spara molto (a cavallo, a piedi nudi, nel fango, alla luce del sole e nella notte più scura), si insegue e si uccide con il compiacimento della sopravvivenza e per il proprio tornaconto; il duo metaforizza il senso della “nascita di una nazione”, germoliata sul sangue e sull'onesta di “uomini” per bene. E ancora una volta si parla dei contrasti di un paese famelico, caustico nei modi e violento nelle intenzioni per tornare alle origini in cerca di redenzione. Fratelli/Sorelle, come il cognome allegorico, si tagliano i capelli a vicenda sottolineando la voglia di famiglia che la frontiera, al termine di essa ha disgregato e allontanato dalla propria unità. In questo modo i “sentieri selvaggi” si assopiscono davanti ad una materna zuppa calda e una tinozza piena di sapone.

Giudizio: ****



(Giovedì 2 Maggio 2019)


Home Recensioni      Stampa questa pagina  Invia questa pagina  Zoom: apri la pagina in una nuova finestra

lato destro