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Film omaggio ad un mito della Danza

Nureyev The white crow

Opera biografica diretta da Joseph Fiennes


di Mario Dal Bello


Non è facile ripercorrere la vita di una star. Di uno poi come Rudolf Nureyev, nato in treno, vittima di una infanzia gelida e con scarso amore paterno in Siberia, star del Kirov Ballet e poi esule in Francia durante un drammatico evento all’aeroporto di Parigi. Joseph Fiennes, innamorato della cultura russa, dirige i l film biografico alternando presente a passato durante la tournée del Kirov a Parigi nel 1961. Scopre le emozioni del giovane assetato di cultura (Rembrandt Délacroix Matisse Picasso), gli amori e gli incontri, il carattere ribelle ed egocentrico, la fragilità emotiva. Passa in rassegna la prima volta sul palcoscenico, gli aiuti ricevuti da benefattori potenti e ignoti, la tristezza dell’infanzia espressa dai grandi occhi del piccolo interprete. La fotografia è fastosa, Fiennes (che si ritaglia un ruolo) ha poi l’intelligenza di offrire spaccati brevi ma intensi di vita del ballerino, con tatto e sobrietà. Oleg Ivenko, danzatore ucraino, 22 anni, somigliantissimo a Nureyev, gli dà anima e corpo con una bravura eccezionale non solo coreutica ma interpretativa.
Il film segna un omaggio ad una forma d’arte- la danza –fascinosa e terribile, di breve durata e di altezze vertiginose, un inno alla bellezza umana pura. Nureyev in questo senso è stato un creatore e un mito che Fiennes giustamente celebra, ma senza nasconderne le ombre e le fragilità.

giudizio: ***

Il trailer:



(Domenica 9 Giugno 2019)


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