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La saga resuscita e qualcosa non quadra

Terminator - Destino Oscuro

Torna Cameron, la Hamilton e Schwarzenegger, ma l’iconico diventa malinconico


di Roberto Leggio


America 2020. Confine Messicano. Grace, soldato geneticamente potenziato, viene dal futuro per salvare Ramos, una giovane operaia messicana di una fabbrica automobilistica. Dal quel futuro, arriva per ucciderla anche Rev-9, Terminator così evoluto da essere indistruttibile. Come in una sorta di richiamo, dal passato ritorna Sarah Connor, che dal 1991 caccia e abbatte i Cyborg grazie ad una fonte misteriosa. Diventata ben presto il capo branco, le tre donne lottano nel presente per proteggere il futuro capo della Resistenza contro una nuova intelligenza artificiale sorta dalle ceneri di Skynet. Portate dagli eventi a passare al di là del muro con il Texas per recuperare l’unica arma che possa distruggere il nuovo Terminator, le tre si recano da un vecchio “angelo custode”, che non solo amalgama il team tutto femminile, ma è ancora vigoroso per combattere le nuove “macchine”.


“Avete cambiato il futuro, ma per noi non è cambiato il nostro destino!” Cosa significa? Semplice. Tutto è tornato come prima. Forse peggio di prima. Scodatevi dei “Terminator” 3,4 e 5 e ricominciate da adesso. Esattamente da Terminator – Il Giorno del Giudizio. Dal suo finale e da John Connor avviato ad essere nel futuro il capo della resistenza contro le macchine. Riaffacciamoci a quel 1991 e a James Cameron che tornato a produrre (non a dirigere peccato) nuovamente la sua “creatura”, ci parla di universi paralleli e futuri futuribili, cyborg più evoluti (grazie a Legion, nuova intelligenza artificiale) e la guerra che le macchine hanno dichiarato per prendere il sopravvento della Terra e darci un sonoro calcio nel culo e farci scomparire (quasi con gusto) nell’oblio. Il nuovo Terminator è fantascienza spinta e sappiamo fin dall’inizio che a John Connor le cose non sono andate poi molte bene e che sua madre Sara (sempre e per fortuna nuovamente Linda Hamilton) è ancora più inkazzata contro i cyborg, sempre pronta con un fucilone in mano a cercare di fare la “mamma” della “razza” umana. Nonostante la sceneggiatura vivace e affollata di buoni (tutti al femminile) e cyborg iper-evoluti; in filigrana si parla del mondo attuale, circoscritto e circospetto in odio verso i latinosdella politica di Trump. Non per nulla l’umana “potenziata” mandata nel passato per cambiare il futuro è di origine messicana, e per una buona parte il film è recitato in spagnolo, così come il nuovo Cyborg Rev-9 ha le fattezze di un prestate latino. Ma oltre le sottigliezze “politiche”, il nuovo Terminator gioca a rimpiattino con i “Super-Heroes-Movie” orgiastici di azione, sparatorie, inseguimenti e Cyborg liquidi che si sciolgono e si ricompongono all’infinto fino a farci perdere la testa. Nel contempo si schiaccia l’occhio anche all’onorevole passato della saga, con il ritorno in pompa magna di Arnold Schwarzenegger, iconico Terminator non terminato, vecchio e ironico, tanto buono quanto sornione al servizio degli umani per salvare il salvabile. Dirige senza sussulti Tim Miller, che scavalcando Deadpool , non dona nuova linfa ad una saga spremuta all’inverosimile. Piacerà? Certo. Perché no! Tanto dai futuri paralleli e universi alternativi si potranno tirar fuori nuove storie e ulteriori seguiti. Altre guerre, prima di essere Terminati noi stessi, dalla nostra cieca stupidità.

Giudizio **




(Giovedì 31 Ottobre 2019)


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