 Mostri sacri Ardant e Auteuil La Belle Époque Bel film in costume firmato dal regista Nicolas Bedos
di Mario Dal Bello La coppia da anni vive sotto lo stesso tetto, ma ognuno di fatto viaggia per conto proprio. Victor (Daniel Auteuil), disegnatore in autopensionamento, vive nella nostalgia del passato. Sua moglie Marianne (Fanny Ardant) psicanalista, fa la giovane brillante, con tanto di amante. Ma nessuno dei due è felice. La situazione stagnante si agita quando un quarantenne che realizza perfette ricostruzioni-set con attori veri di eventi storici o personali per chi lo desideri, con la complicità del figlio della coppia, si interessa di Victor. Così l’uomo viene sedotto man mano e rivede il momento fatale dell’incontro con Marianne nel maggio 1974 a Lione al caffè La Belle Époque. Ma Victor si innamora dell’attrice che impersona Marianne. Lei ovviamente non ne vuole sapere, ma intanto i l cuore ha ripreso a battere, le emozioni antiche ritornano, Victor ridiventa giovane e si galvanizza. Marianne è sorpresa, infastidita, ma poi attirata. Lui le sta passando avanti, lei con tutta la sua brillantezza e le indagini psicanalitiche rischia di sentirsi superata. Chissà se non sia il caso di riavvicinarsi fra i due, scoprire le reciproche debolezze a attrazioni, insomma ricominciare ad amarsi.

C’è sempre speranza,vorrebbe forse dire il regista Nicolas Bedos in questa storia dove i due mostri sacri brillano di bravura e lui, il regista, capisce di dover mettersi di lato e lasciarli liberi di giocarsi tutto il film. Le parti migliori infatti sono i dialoghi fra i due, di estrema naturalezza e con le sfumature che l’arte sopraffina ormai di Ardant e Auteuil è in grado di offrire. Con la scaltrezza di non offuscare i l resto del cast, in particolare la figura del dongiovanni quarantenne che passa con le donne da una gaffe all’altra. Ritmo e leggerezza tutta francese. C’è da imparare, per noi italiani.
giudizio: ***

(Venerdì 8 Novembre 2019)
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