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Senso di colpa e una vita spezzata

Il Cardellino

Il cuore "avvizzito" dell'anima


di Roberto Leggio


La vita in una gabbia. Theo Decker è sopravvissuto ad un attentato all’interno del Metropolitan Museum of Art di New York. L’ultimo ricordo della madre è legato alle spalle della donna che si allontanavano in un’altra galleria prima che la bomba esplodesse distruggendo oggetti d’arte di inestimabile valore e mandasse a pezzi la sua vita per sempre. La tragedia cambia il corso della sua esistenza, che lo conduce in un’odissea di dolore e senso di colpa, rinascita e riscatto, amicizia e perfino amore. Durante gli anni tormentati della sua crescita fino a diventare adulto, Theo si aggrappa ad un singolo e unico oggetto: un inestimabile dipinto di un uccellino legato al suo trespolo. Il Cardellino, del pittore fiammingo Fabritius, diventa così il tangibile collegamento con la madre scomparsa in quel giorno terribile.


Una morte. Un senso di colpa. Una vita spezzata. Su questo trinomio si srotola la vita di Theo, bambino (poi adolescente e poi ancora “quasi” adulto) rimasto illeso durante un attentato nel quale ha perduto la madre e nascosto per se e per il suo ricordo un quadro fiammingo raffigurante un Cardellino. Un uccellino vivo nella rappresentazione pittorica, ma prigioniero in un involucro di carta, come la propria vita “ingabbiata” in un disagio esistenziale. L'uccellino è la metafora dell'esistenza di un uomo, una reliquia che gli permetterà di tornare a volare libero. Anche se libero non lo sarà mai. Appassionante riduzione tratto dal romanzo fiume premio Pulitzter di Donna Tartt, il film di John Crowley, entra nelle maglie di un thriller dell'anima, raccontando l'odissea (o forse dovremmo dire deriva) di un essere umano che passa dalla “sicurezza” di una madre acquisita, un padre sbalestrato freddo e anaffettivo, un laboratorio di antiquaria, un amore “libertario”; ed infine un'amicizia “virile” dall'impronta criminale. Come nel romanzo di base, anche nella trama accadono molte cose, da grandi a piccoli episodi che portano sempre al senso di colpa e a quel quadro preso come chiave per aprire le porte della vita e fare da grimaldello nell'oscurità nella coscienza di Theo. Che resterà forse sempre in ombra. Permeato in un continuo senso di angoscia personale, il film al contrario del libro, va avanti ed indietro nel tempo, raccordandosi solo nel frettoloso finale che in vanifica in parte il mistero che Donna Tartt riusciva a trattenere per tutta la durata del romanzo. Ma nonostante alcune pecche di sceneggiatura, il film riesce a tenere attaccati alla poltrona, vincendo in qualche modo la partita con il grande pubblico. Per una non ben chiara strategia distributiva, la pellicola non uscirà in sala ma approda al grande pubblico il 6 Dicembre solo attraverso un gruppo di piattaforme gestite da Amazon Prime.

Giudizio ***




(Giovedì 5 Dicembre 2019)


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