 Un funerale in grande stile per una saga epica Star Wars - L'ascesa di Skywalker Tutto finisce e forse “risorge”
di Roberto Leggio Che la forza (buona) sia con voi. Forse non tutto è perduto. La Resistenza si è assottigliata, fiaccata dalle sconfitte subite e il Primo Ordine dilaga sotto il comando di Kylo Ren divenuto il Leader Supremo. Ray si addestra secondo i dettami Jedi, seguendo gli insegnamenti di Leia Organa, unico Generale ad infondere coraggio e tenacia al suo esiguo esercito. Nel frattempo un messaggio inquietante si espande nella Galassia. Il “defunto” imperatore Palpatine rivuole il suo posto e Kylo Ren va alla ricerca della trasmissione proveniente da un Pianeta sconosciuto. Palpatine offre al giovane Sith una spaventosa flotta se sarà in grado di eliminare la ragazza Jedi. Ma Finn, Poe e Chewbacca si preparano alla battaglia finale, grazie anche ad un inaspettato aiuto da una misteriosa spia del Primo Ordine.

Welcome to the funeral party. Tutto finisce e forse “risorge” nella saga delle saghe, la soap opera spaziale con al centro la famiglia Skywalker. Il nono (speriamo definitivo) episodio, la parola The End è stata scritta, voluta ed immaginata per oltre 40 anni, ma ne siamo veramente sicuri e contenti? Il quid è incerto. Lo zoccolo duro darà critica dettata dal cuore, i neo-neofiti (i millennials, per intenderci) si accapiglieranno nel sottolineare “che forse gli Avangers” sono meglio. Comunque vada le avventure spaziali inventate da George Lucas e riportate in auge da J.J. Abrams si chiudono in un modo calzante (forse un po’ schizofrenico) che lascia adito a troppi dubbi e perplessità. Perché molto (moltissimo per la verità) è cambiato nella concezione originale. Perfino la filosofia Jedi smitizzata nel passato episodio. Ed è proprio questa rilettura ad essere stato il motore della “moderna” trilogia, puntata più a stupire che a trovare un equilibrio coerente nella “forza”, in quanto quello che è stato ed è narrato, insegue di molto l’incertezza che grava sul quotidiano di questi ormai archiviati anni dieci. Nel compendio attuale L’ascesa di Skywalker ripesca un po’ quell’atmosfera Naive e molto Hippie di Lucas, riportando sullo schermo morti veri (Carrie Fisher tornata in vita grazie a delle scene girate e scartate nei due è precedenti episodi) e defunti cinematografici (Han Solo e Luke), potenti saggi “fantasmi” a guidare il male ed il bene per la pacificazione della Galassia lontana lontana. Il senso è semplice in quanto tutti i nodi lasciati in sospeso in questa non brillante ma molto rivoluzionaria trilogia vengono finalmente al pettine. Chi è realmente Rey? Da dove viene e chi sono i suoi genitori? E soprattutto “cosa” è veramente Kylo Ren? Forse facce della stessa medaglia. Così il misticismo è salvo ed è pronto a perpetrasi all’infinito. Evitando spoiler, il film si acconcia a rendere plausibile l’incomprensibile, in quanto nessuno è come sembra e nessuno è veramente buono o tremendamente cattivo (tranne il Kattivone “oscuro” manovratore assoluto della malvagità nella Galassia). I vuoti di senso sono colmati da battaglie continue e l’azione non manca mai, così come le spade laser che sono quasi sempre sguainate. L’intrattenimento è allo stato puro, ed è infatti l’unico modo per far combaciare questa storia espansa all’inverosimile. Se di pietra tombale si tratta, allora diremo che i personaggi cardine della saga ci sono tutti (o quasi), manca come ovvio Yoda (ma è come se ci fosse) e naturalmente Darth Vader, il vero perno rotante della mitologia. Da una parte è un peccato, dall’altra è un rimpianto. Nulla è potente quanto lui in presenza scenica e cinismo e volendo di sana malignità. Abrams nella sua concezione finale ha evitato il raschio del barile omaggiando (e volendo fotocopiando) soluzione mostrate da George Lucas nei suoi film, lanciando la saga verso altri piani narrativi che potrebbero essere sfruttati in una ulteriore trilogia (o spin-off) che speriamo non arrivi mai. Il cerchio sì è chiuso e volendo riparte da dove era iniziato. Dal deserto di Tatooine. Dai suoi due soli. Da un tramonto rosso. Da una nuova speranza.
Giudizio **1/2

(Mercoledì 18 Dicembre 2019)
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