 Storia intima e politica di un grande del XX secolo Herzog incontra Gorbaciov Faccia a faccia con l’ultimo sovietico
di Roberto Leggio Werner Herzog e Michail Gorbaciov. Un maestro del cinema e un gigante della politica, ultimo presidente dell’Unione Sovietica: il risultato è un incontro esplosivo, uno sguardo inedito, lucido e significativo sulla storia del ‘900 e non solo. Complicità e umorismo, uniti all’abilità di Herzog di scavare in angoli inaspettati della vita di Gorbaciov, rendono questi incontri coinvolgenti e al tempo stesso emozionanti. Dall’infanzia contadina agli studi presso l’Università di Mosca, fino alla rapida ascesa nelle fila del Partito Comunista Sovietico, il documentario è un viaggio tra ricordi, materiali d’archivio e testimonianze d’eccezione che consentono, così, di ripercorrere le tappe salienti della politica degli ultimi decenni.

Due uomini uno di fronte all’altro. Seduti su sedie di legno. Semplici, scarne. Da una parte, uno dei registi europei più intelligenti e visionari (Werner Herzog); dall’altra, forse l’ultimo dei più grandi statisti del secolo scorso: Michail Sergeevic Gorbaciov. Sembra una lunga intervista, ma non lo è. Si tratta di una disamina intellettuale, civile e molto (moltissimo) umana del politico che ha cambiato la faccia dell’Europa prima e dopo il muro di Berlino. L’uomo che con pochi mezzi e molta intelligenza fece crollare l’Impero Sovietico, con l’idea, la grande “idea” di creare una “vera” e grandissima Europa unita, senza mai più guerre, confini e ideologie. Non fu così, in quanto la “storia” andò contro di lui, con quel colpo di stato architettato da Boris Yelsin quando, assieme a sua moglie Raissa, si trovava in vacanza nella sua Isba in Crimea. Il racconto è un fiume in piena, vissuto attraverso immagini di repertorio, dalla sua infanzia povera e in qualche modo severa di figlio di contadini, gli studi universitari, la veloce scalata politica ai massimi livelli del PCUS, i processi di riforma legati alla Perestrojka e alla Glasnost, fino ad essere l’ultimo presidente dell’URSS, il promotore dello smantellamento delle armi nucleari, la fine della Guerra Fredda, il Nobel, la morte della sua carissima moglie e l’attuale solitudine tra le mura ed il giardino della sua enorme casa vuota. Nel mezzo, narrato con sarcasmo dalla stessa voce di Herzog, spezzoni di vita (e di morte) dei suoi predecessori, gerontofili di un mondo arroccato su stesso ed in decomposizione. Con domande lucide, a volte ironiche, Gorbaciov si mette al servizio del regista, spiegando, mettendo in chiaro le sue ragioni, le sue buone intenzioni per un mondo meno stretto, più aperto e più libero. Una chiacchierata tra due “amici” idealisti, lucida e obiettiva, sul futuro quasi “distopico” di un continente pacificato e mai veramente in evoluzione. “Ci abbiamo provato” dice testualmente Michail Sergeevic recitando a memoria una poesia di Michail Lermontov in un finale poetico e quasi amaro difronte ad una enorme scatola di cioccolatini senza zucchero. Metafora quasi inevitabile, per un uomo malato di diabete, quasi novantenne, rimasto solo, che la storia lo rammenterà tra i grandi. Quelli che non verranno mai dimenticati. Il film uscirà al cinema dal 19 al 22 Gennaio in sale selezionate distribuito dalla Wonder Pictures.
Giudizio ***

(Martedì 14 Gennaio 2020)
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