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![]() Scritto e diretto da Paolo Alessandri Fattoria (Liberi di essere Schiavi) Liberamente ispirato a “Animal Farm” di G. Orwell di Oriana Maerini Non era facile trasporre, oggi, sul palcoscenico “Animal Farm” di G. Orwell, uno dei romanzi socialmente e politicamente più significativi del 900. Il drammaturgo e regista Paolo Alessandri ci è riuscito portando in scena, grazie alla produzione Compagnia Sofia Amendolea in collaborazione con Legge 180 Teatro, una rilettura della metafora orwelliana colma di pathos ed atmosfere grigie. Visto al Cometa Off di Roma, in prima nazionale della versione italiana, lo spettacolo trascina e affascina da subito lo spettatore proiettandolo all'interno di una fattoria cupa e dolorosa. Lo fa attraverso la plasticità dei corpi, che muovendosi al ritmo sincopato di "a cuore aperto" - una delle "Negro Prison Songs" documentate da Alan Lomax nel 1940 presso il tristemente noto Penitenziario Statale 'Parchman Farm’ - bellissimo e struggente canto degli afroamericani schiavi nei campi di cotone, introduce, efficacemente, Schiavitù, primo dei sette capitoli della pièce che rappresenta l'ascesa e il declino di una Democrazia Contemporanea. Gli attori Sophia Angelozzi, Ilaria Arcangeli, Alessandra Barbonetti, Selena Bellussi, Lucrezia Coletti, Daniele Flamini, Gabriele Namio, Vincenzo Paolicelli tutti bravi e giovani mostrano, con le loro performance, il grande lavoro fatto sullo stato emotivo e fisico degli schiavi afroamericani. Interpretano gli otto animali ribelli e stigmatizzano in modo essenziale il celeberrimo parallelo “Essere Umano // Essere Animale” enunciato dallo scrittore britannico per smascherare le miserie e le crudeltà di coloro che, una volta raggiunta la libertà, cedono alla corruzione del potere.
(Venerdì 17 Gennaio 2020) |
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