 Materica palindroma di un passato futuro Tenet Azione e spionaggio e salti temporali
di Roberto Leggio Un agente segreto della Cia partecipa ad un’azione in Ucraina, durante un attentato terroristico in un teatro. Sopravvissuto malamente all’operazione, scopre che si trattava di un test per metterlo alla prova e garantire la sua fedeltà all’Agenzia e la sua propensione a rischiare la vita per salvare persone innocenti. Viene così introdotto in un misterioso programma denominato TENET, dove i partecipanti sanno solo il minimo indispensabile. Viene addestrato quinti ad affrontare agenti che si muovono nel tempo e hanno pallottole che sparano al contrario (rientrano nella pistola), senza spiegargli quale sia il suo “vero” obiettivo, ma solo che dll’esito della sua prossima operazione dipende la sopravvivenza del mondo intero e della completa umanità.

Cosa e il tempo? Una dimensione unidirezionale oppure una compensazione dello stesso a due direzioni? Il quid e da sempre il pallino di Christopher Nolan regista cervellotico e visionario che più di altri ha postato il tempo come valore unilaterale del suo cinema. Tenet non è da meno. Anzi è elevato a potenza. Due dimensioni, due mondi paralleli che in qualche modo si incontrano e/o entrano in collisione. Il punto di partenza è il quadrato di Sator (evocato e mai citato) con le sue cinque parole palindrome che da secoli restano un mistero. Il resto e un algoritmo che ha la capacità di deformare il tempo, piegarlo su sé stesso e farlo andare al contrario, riscrivendo il presente e in qualche modo modificando il futuro. Il centro dell'azione è cercare di evitare una terza guerra mondiale (che forse c'è già stata) da parte di un uomo e alleati, forse non tutti dalla stessa parte. Ma probabilmente è un’illusione come tutto il resto. E allora è spettacolone d’azione e panegirici entropici. Flussi ed inversioni temporali. Nolan non lascia spazio alla razionalità, ma sa come dirigere un noir anni 70 nel XXI secolo. Spie e kattivoni tutti d'un pezzo che tanto fanno spionaggio alla James Bond (entropico-quantistico) senza un attimo di respiro. Memento in salsa Inception con la magia di The Prestige. Eroe senza nome adrenalinico e Kenneth Branagh villan da antologia che vuole la fine del mondo senza poterlo vedere (dopo di me il diluvio). Micheal Caine migliore in campo con ironia e saggezza, e trascendent girl vittima in cerca di pace e vendetta. Non un capolavoro ma cinema cinema di pancia molto cervellotico e fantascientifico. Da vedere (e olredevir) per (ri)comprenderlo così da apprezzarlo con calma. Probabilmente un cult palindromo futuro (al contrario).
Giudizio **1/2

(Giovedì 27 Agosto 2020)
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