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Chi “inventa una lingua” salva il mondo intero

Lezioni di persiano

Commovente lettura di resistenza al nazismo


di Roberto Leggio


Al confine tra la Francia ed il Belgio, l'ebreo Gilles scampa miracolosamente ad un’esecuzione spacciandosi per iraniano. Un disperato tentativo, suggeritogli dal libro di poesia persiana che ha appena scambiato con un panino. La sua incredibile sopravvivenza è dettata dall’ambita ricerca di un comandante di un lager, in cerca di qualcuno che possa insegnarli la lingua farsi, in quanto ha in programma di trasferirsi a Teheran per aprire, dopo la guerra, un ristorante tedesco. Così Gilles diventa Reza ed è costretto a dare lezioni giornaliere al suo aguzzino inventando e memorizzando allo stesso ritmo del suo “allievo” una lingua che possa mantenere in vita l’inganno e anche se stesso.


Solo le parole possono sopravvivere all’atrocità. Una lingua “inventata” diventa volano della libertà e metafora di resistenza all’insensata disumanità del nazismo. Il piccolo ebreo Gilles diventato Reza, incarna l’intelligenza che vince sulla ferocia industriandosi ad insegnare il Farsi al suo aguzzino nazista con le mire di imparare il persiano per “fuggire” dopo la guerra a Teheran. L’impresa è immane in quanto con un intransigente tabella di marcia, il tedesco vuole imparare 96 parole al mese così a fine guerra ne avrà conosciute più di 2000. Naturalmente Resa/Gilles non sa una parola di persiano e quindi deve inventarsi tutto un vocabolario. Ambientato in una lager che è vera fabbrica di morte (ciminiera, cava di pietra e alloggiamenti scarni annessi) dove si viene uccisi a grappoli con una freddezza da antologia; la vicenda é una vera commedia dell'assurdo, se non fosse (almeno per come riporta l'esergo iniziale) tratta da una storia vera. La pantomima però è un crudele gioco al gatto e al topo con due personaggi che nel sospetto più totale si destreggiano a colpi di parole inventate, recitate e ripetute dove alla fine; come il motto posto all’ingresso del campo, “ciascuno avrà il suo”. Le bassezze umane e l'innegabile lotta quotidiana di un omino destinato ad essere insegnante e allievo, corrono pari passo con piccole ripicche dal sapore da melodramma. Lezioni di Persiano del regista ebreo-ucraino naturalizzato canadese Denis Perelman; è un film lucido sul non dimenticare uno dei periodi più bui della storia umana e che trova nel finale la giustizia nel rendere tutte le vittime innocenti non solo dei nomi anonimi in un registro in bella calligrafia. Plauso ai due attori principali (Nauhel Perez Biscayart e Lars Eidinger) che con i loro corpi incarnano i salvati (e purtroppo i sommersi), compresi i persecutori destinati a venire seppelliti da una immensa risata.

Giudizio ***




(Giovedì 14 Gennaio 2021)


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