Debutto alla regia di Christos Nikou dal 31 marzo su MIO CINEMA
di Roberto Leggio
Aris (Aris Servetalis)è un solitario che divora mele rosse. Una sera si addormenta su un autobus e al suo risveglio non ricorda più nulla. Costretto come molti altri ad una preoccupante amnesia che si sta diffondendo come una pandemia, l'uomo accetta di sottoporsi ad un trattamento sperimentale che lo porta a rivivere momenti del suo passato. L'incontro con Anna che sta sottoponendo alla sua stessa cura porterà l'uomo a riconsiderare le sue azioni e a vivere una nuova identità.
Aris Servetalis in una scena del film
Essere noi stessi passa anche dal ricordo. Di sapere chi siamo, dove abitiamo, cosa facevamo nella vita. L'amnesia del film é una malattia che colpisce in maniera pandemica e lascia spiazzati psicologi e dottori comuni. Chi ne viene colpito non sa, non ricorda, non ha passato e soprattutto potrebbe non avere futuro. Il protagonista ha dimenticato tutto durante un viaggio in autobus con in mano un mazzo di fiori. Ecco, teniamo a mente i particolari perché sono proprio i piccoli dettagli che fanno da leit motiv e cornice alla storia. Ed e proprio su questi che si formalizza il senso della storia, anche perché essendo un film greco, un po' di retro passato viene spontaneo chiederselo. Tutto il plot é denso di indizi che vengono disseminati nella narrazione come tasselli di un puzzle, che il protagonista Aris deve rimettere assieme per 'curare' la malattia in cui è caduto. Telefoni, macchine e televisori anni '70 e '80, nessun cellulare, nessun tatuato. Palazzi con molte finestre tipici degli anni dei colonnelli. Polaroid ad emulsione istantanea e soprattutto molte, moltissime mele rosse; ossessione dell'uomo. Un po' su suggerimento dei medici curanti (che impongono a lui e a chi come lui si é ammalato di amnesia, un sorta di vita alternativa) e un po' certi piccoli sprazzi che si affacciano nella mente dell'uomo, il grande mistero del film si fa luminoso ed egli potrà nuovamente essere se stesso. Con una consapevolezza forse più facile da accettare. Forma e sostanza di una sceneggiatura in qualche punto 'pesante', il film dell'esordiente Christos Nikou (già aiuto regista di Yorgos Lanthimos) si candida ad essere uno dei migliori del 2021.