 La fascinazione di un destino segnato I molti Santi del New Jersey Prequel del celebre serie TV "I Soprano"
di Roberto Leggio Newark, anni ’60. Mentre si scatenano i violenti conflitti razziali, il piccolo criminale Dickie Moltisanti, tenta la scalata alla conquista del territorio sfidando la potentissima famiglia Di Meo. Il giovane Anthony Soprano, vede in Moltisanti un faro sa seguire, tanto da chiamarlo zio. Dickie, nel frattempo, è profondamente coinvolto tra gli scontri tra gangesters, lottando per gestire le sue capacità professionali e personali per affermarsi come vero Boss. Anthony (che anni dopo diverrà l’incredibile boss Tony Soprano) da par suo, da ragazzo ribelle e amante dei Rolling Stones, viene sempre più influenzato dall’operato di Moltesani, iniziando in maniera acerba a comprendere che il suo futuro è segnato negli astri della malavita. Prima però molti cadranno sotto i colpi di pistola, mentre altre bande di afroamericani si affacceranno nella spartizione del territorio.

Tony Soprano é una leggenda. Non solo perché il volto di James Gandolfini sarà per sempre abbinato al personaggio, ma perché é stato un bravo ragazzo destinato alla mafia. In questo prequel de I Soprano (se ce n'era bisogno), Anthonye ancora un ragazzo in cerca di un suo centro. Che sia nella 'famiglia' o da qualche altra parte non ha importanza. Il destino, il fato, come volete chiamarlo e inciso nel suo DNA. Da qualsiasi parte lo si veda. Con un salto temporale negli anni '60 (proseguendo poi agli inizi del decennio successivo) la trama non segue le ragazzate di Anthony (qualche pugno, una vendita di gelati non autorizzata), ma del suo zio acquisito Dickie Moltisanti (che si riallaccia al titolo e fa da metafora alla storia in se) piccolo padrino affiliato ai Soprano, che tenta in tutti i modi per diventare un boss. Fondamentalmente un nessuno che vuole essere qualcuno in un mondo violento regolato da ferree leggi criminali. Per chi sa tutto della serie che ha attaccato allo schermo milioni di spettatori, Moltisanti è il mentore ed deux ex machina proprio di Tony, l’uomo che appunto l’ha mandato a vivere il suo nevrotico e caustico inferno sulla Terra con i suoi contrasti psicologici e drammatici. Niente di più e niente di meno. L’età d’oro della nascita di un mito (se mitizzazione ci può essere) è proprio quel periodo di interregno tra i sessanta e i settanta dove le tensioni tra “bianchi e neri” è ai massimi livelli, non solo sociali, ma soprattutto criminali. Così se da una parte il giovane Tony Soprano (interpretato da Micheal Gandolfini, il figlio non all’altezza di suo padre James) assiste alla scalata al potere di Moltisanti (meno rozzo di altri ma dal destino segnato), dall’altra vede l’approssimarsi della malavita afroamericana, non più in ombra ma decisa di avere un territorio tutto per se. Un film di mafia, con morti ammazzati, spaccio di droga e donne “quasi isteriche” che fanno da contrappunto ad un mondo chiaramente maschilista. Operazione per fans che si pone in un limbo gangsteristico, troppo sotto tono e meno iperbolico di quello che ci ha abituato Martin Scorsese (che di bravi ragazzi se ne intende).
Giudizio **1/2

(Giovedì 4 Novembre 2021)
Home Recensioni  |