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Blind furious in the night (oltre la ciecità)

L'uomo nel buio

Violenza inaudita in una sceneggiatura improbabile


di Roberto Leggio


Buio degli occhi. Buio della mente. Ritiratosi a vita normale (si fa per dire) in una casa lontana da tutto, il veterano Norman Nordstrom, cieco da una ferita di battaglia; si prende cura di Phoenix, una ragazzina con la quale allevia il dolore della morte della propria figlia. Come in una sorta di “iniziazione alla vita”, Phoenix viene educata alla sopravvivenza, sebbene lei voglia frequentare dei ragazzini come lei, ospiti di una casa famiglia. L’idilio tra il veterano e la ragazzina, viene interrotto quando una banda di criminali, assediano l’abitazione e i due sono costretti a resistere tentando di restare vivi. Quando i malviventi riescono a rapine Phoenix, Nordstrom, con l’aiuto di un cane decide di fare piazza pulita a chi ha rovinato la sua “serenità”.


Blind furious in the night. Ritorna il Navy Seal cieco che ha fatto della violenza il suo modo d'essere. Rifugiatosi in un cottage all'interno di una boscaglia circondata da una rete di protezione l'uomo vive con una figlioletta acquisita, alla quale insegna a sopravvivere a qualsiasi situazione estrema. Già visto? Si, senza tanti giri di parole, in quanto fin dalle prime sequenze si capisce che i due dovranno restare vivi quando i kattivoni arriveranno a disturbare la loro “pace familiare”. Se da una parte il buio é il motore dell'azione (l'uomo che vive nell'oscurità perenne), dall’altra c’è l’oscurità dell’anima umana che aleggia nella società a stelle e strisce. Ci si ritrova quindi ad assistere ad film inutilmente violento e ripetitivo, retto da una improbabile sceneggiatura, con molti passaggi di comicità involontaria, debitrice dal fumetto da cui deriva. Un conto però è un comic di carta, un altro é la resa scenica. Tutto é amplificato e esagerato, comprese le implicazioni che muovono i cosiddetti cattivi a sfidare apertamente un “cieco”' (ma dalle non chiare “capacità extrasensoriali”) che tanto buono non è. La scelta di veicolare una ragazzina come trade d'union tra i contendenti, é in qualche modo interessante, ma frana quando anch’essa sarà costretta a fare la propria scelta di sangue. Anche se poi un po’ di luce arriverà ad illuminare il suo futuro, legato metaforicamente al proprio nome “Phoenix” (Fenice). Film d’accatto per chi si accontenta, con coltelli (di ogni foggia), armi da fuoco, acqua e fili di corrente scoperti, che a gran voce invocano un Amen definitivo.

Giudizio: °



(Giovedì 11 Novembre 2021)


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