 L'ultima fatica di Wes Anderson The French Dispatch Un omaggio alla Francia
di Antonio Giordano La decima fatica di Wes Anderson incarna perfettamente il grande amore per la sua seconda casa, la Francia, rappresentata nelle storie 'adattate' dalla gazzetta, diffusa nella città immaginaria di Ennui-sur-Blasé. Storie, che sono uno spettacolo per gli occhi, da far studiare nelle scuole per chi volesse intraprendere un percorso da regista, ma che purtroppo, sono solo il vuoto in una scatola, una scatola bellissima, ma comunque priva di contenuto. L'impressione è che tra tutta la descrittività, i virtuosismi e i dettagli, ci si sia dimenticati di fare il film. 
Una scena del film con Tilda Swinton Se la prima parte è buona, poiché si avvicina molto alle atmosfere tipiche di Grand Budapest Hotel, la seconda risulta totalmente inconcludente e noiosa, a causa di un registro comunicativo esagerato, una raffica di informazioni (di cui gran parte di poco conto) impossibili da digerire nel breve tempo concesso, considerando l'impatto visivo, colmo di dettagli e spunti di riflessione. Il risultato, è che lo spettatore si trova in un perenne stato di ritardo rispetto ai tempi del film, non riuscendo ad immergersi totalmente nella storia. Sembra di ascoltare un audiolibro con le immagini. Da Wes Anderson ci aspettiamo sempre molto perché quasi sempre ha alzato l'asticella con i suoi lavori, stavolta purtroppo l'ha abbassata.
giudizio: **
(Mercoledì 24 Novembre 2021)
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