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Contro il pregiudizio e la superstizione per avvicinarsi al Regno dei Cieli

Piccolo Corpo

Piccolo capolavoro di caparbietà femminile


di Roberto Leggio


Italia, inizio del 1900. La giovane Agata (Celeste Crescutti) perde sua figlia alla nascita. Secondo la tradizione cattolica, l’anima della bambina è condannata al Limbo. Agata sente parlare di un luogo in montagna, dove i neonati vengono riportati in vita per un solo respiro, per battezzarli e salvare la loro anima. Intraprende il viaggio con il corpicino di sua figlia nascosto in una scatola e incontra Lince, un ragazzo solitario che si offre di aiutarla. Partono per un'avventura che permetterà ad entrambi di avvicinarsi al miracolo.



Un afflato non basta al regno dei cieli. Una morte segna il destino, il viaggio interiore e terreno di una madre che deve trovare un posto dove seppellire il piccolo corpicino. Non ci soffermiamo alle apparenze in quanto questo minuscolo film, totalmente recitato in dialetto veneto-friulano e ambientato in un isola dalmata agli inizi del Novecento, è un semi capolavoro anticlericale, ma nel contempo pan religioso. Il bambino morto, nato al freddo su un pagliericcio, non può avere un normale funerale in quanto non ha dato il primo respiro. L'immagine è chiara ed è densa di significati anche perché, dopo il decesso, il poverino viene raccolto e sistemato alla meglio dentro una cassetta e trasportata sulle spalle della madre disperata. Da questo momento inizia per la donna il difficile trasporto del fardello di legno (come la croce di Cristo) verso una terra consacrata dove dovrebbe avvenire un miracolo. Contro l'ottusità e i pregiudizi sia dei prelati sia gente comune, imbelle e imbevuta di pregiudizi e tradizioni ancestrali della Chiesa. Il film punta molto su questa ambiguità mostrando il dolore e la testardaggine di una madre (come tutte le madri), alla ricerca della sacralità del corpo, vero tempio dell’anima. L’esordiente Laura Samani sottolinea il mistero arcaico di una terra nutrice di miti e leggende con una regia rigorosa, dai colori lividi che sottolineano ancora di più i simbolismi (l’acqua come liquido amniotico, il latte materno da condividere come il sangue di Cristo) disseminati in tutta la sua opera. Un potente film di parole, sussurri e preghiere che mostrano senza mezzi termini la maternità terrena e volendo fiabesca.

Giudizio ***



(Sabato 29 Gennaio 2022)


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