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Realtà astratta nel buio dell’anima

La notte più lunga dell'anno

Capolavoro di decadenza e disperazione di vite consumate dal destino


di Roberto Leggio


Potenza, 21 Dicembre. Quattro vicende personali si intrecciano, al massimo sfiorarsi senza mai incontrarsi. Un politico ad un passo dal baratro, una cubista che ha deciso di cambiare vita, un ragazzo coinvolto in una relazione con una donna molto più grande di lui e tre ventenni in cerca di emozioni forti. Sullo sfondo, lo sguardo stanco e benevolo di Sergio, l’anziano benzinaio che, nella sua stazione di rifornimento aperta tutta la notte, veglia su questo piccolo mondo. Quindici ore di buio ininterrotto in cui il destino umano si fa eccezionale, poiché la notte fa perdere gli ancoraggi del giorno e gli eventi all’improvviso subiscono un’accelerazione.


Vite allo sbando... riflesso di un paese arrivato capolinea. Quattro storie parallele, che si intrecciano per un istante in un non luogo aperto 24 ore su 24, di umanità che deve fare i conti con il proprio presente fatto di amori clandestini, bullismo d'accatto, giovinezza sfiorita e politica corrotta. Solitudini (mondi?) in collisione dove il male di vivere va oltre l’accettazione delle proprie sconfitte e delle proprie responsabilità. Simone Aleandri esordisce con il botto nel lungometraggio (dopo una serie di documentari sociali), sapendo come mettere le mani nelle piaghe di un sud sempre più abbandonato a sé stesso, dove regna l'ignoranza, la disoccupazione, il malaffare e la sopravvivenza spicciola. Notte come buio dell'anima alla quale è sempre difficile risvegliarsi. Tutti colpevoli tutti alla ricerca di una personale pentimento. Ma non saranno le fiamme (metaforiche) di un infermo privato o un sonno ristoratore sui banchi di una chiesa e nemmeno le pale eoliche di una livida alba a rimettere le cose a posto. Così la decadenza e i tormenti di vite 'sbagliate', fatta di corpi in consunzione e intrappolati nel proprio destino (il cubo della discoteca, il carro funebre, una macchina verso il nulla della vendetta), sono il riflesso della sconfitta della società contemporanea ormai senza alcun punto di riferimento.

Giudizio: ***




(Sabato 29 Gennaio 2022)


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