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Dietro le lenti... il buio impera

Occhiali neri

Thriller vecchio stile, vuoto e dimenticabile


di Roberto Leggio


Un’eclissi solare alimenta la follia omicida di un serial killer di prostitute. Alla guida di un furgone bianco, dopo aver ucciso la prima vittima, si dirige verso Diana che ha appena lasciato il suo ultimo cliente. Ne segue un incredibile incidente nel quale Diana sopravvive perdendo la vista. Costretta a fare i conti con la sua nuova vita, la ragazza si lega a Chin, un cinesino, che nello stesso incidente ha perso i genitori. Consci che l’omicida li vuole morti, Diana si confida con la sua istruttrice per non vedenti, che con un cane e il suo bastone bianco le fornisce le armi per combattere il nemico invisibile. Per Diana e Chin, inizia un incubo, nel quale sarà difficile uscirne.


Dario Argento torna al passato con un thriller degli anni d'oro (molto gore però), ma il risultato è quello di oggi (cioè deludente come ormai ci ha abituato da più di 40 anni). Come negli anni ‘70, un ricordo, un indizio, è nascosto nella memoria della protagonista che tramite quello svelerà l'arcano, ma non basta. L'ex re dell'horror (che i più audaci paragonarono a Hitckcock) ha perduto la strada del suo cinema tempo fa per non riprenderla più. Forse perché anche l'horror canonico non è più lo stesso e non basta saper piazzare bene la telecamera e trovare evoluzioni per rendere una vicenda gialla in qualcosa appetibile. Ci si chiede perché Dario Argento, che ci fece rabbrividire a dovere all'inizio della carriera, continui con capa tosta a girare a vuoto film stantii che più di spaventare (o inquietarci) fanno sorridere o annoiare. La sceneggiatura di Occhiali Neri appartiene al passato (pare sia riapparso durante il lockdown dopo una quarantina d'anni) e forse avrebbe dovuto restare nel cassetto dei ricordi. Perché diciamolo per inciso e Dario Argento non ne abbia a male: il suo cinema e ormai grottesco, paradossale e inesorabilmente destinato al tritarifiuti.

Giudizio: °




(Mercoledì 16 Febbraio 2022)


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