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Vendetta, tremenda vendetta!

The Northman

Cupo, violento, belluino mondo vikingo (con Amleto inkazzato)


di Roberto Leggio


Tanto tempo fa nel Regno di Hrafnsey nel X secolo, Amleth, figlio del Re Aurvandil, assiste alla morte di suo padre per mano di suo fratello Fjölnir, in un agguato nella foresta. L’usurpatore del trono si “accaparra” in sposa Gudrun, la madre di Amleth, mentre il ragazzo riesce a fuggire e mettersi in salvo. Anni dopo, Amleth è diventato un Berseker, un guerriero animalesco con un solo scopo nella vita: vendicare il padre, salvare la madre e uccidere lo zio. Dopo un combattimento è preso prigioniero e divenuto schiavo conosce la giovane donna Olga, con la quale viene trasferito in Islanda, dove tra i ghiacci e lava vulcanica porterà morte e distruzione tra gli uomini di Fjölnir, fino alla vendetta finale, non prima di aver compreso che la rabbia insita nella sua persona è solo un affannato gioco del destino.


L'uomo che ululava coi lupi. No, non si tratta di uno sfottò. Parliamo di un Amleth inkazzatissimo che per tutta la vita cova una tremenda vendetta tanto da mettersi accanto ai lupi e ululare alla luna. The Northman e un film di vichinghi. Gente rozza, violentissima, assetata di sangue, con le sue regole e miti tanto da sfiorare il fantastico. Peccato però che Robert Eggers, regista di assoluti capolavori (The Witch e The Lighthouse) immergendoci nel X secolo nordico, fa di tutto per renderci la visione indigesta e poco appetibile. Tira in ballo un mondo totalmente oscuro con uomini bestiali che con la furia delle armi (da taglio) soggioga altri esseri umani a livello di animali da soma. Al centro c’é appunto Amleth (non quello shakesperiano, ma quello della leggenda norrena) che da ragazzino assiste alla morte del proprio padre Re in un agguato, e diventato schiavo vive per uccidere lo zio usurpatore. Fin qui tutto come da copione, poi inizia lo zibaldone di omaggi e rimandi alla cinematografia e letteratura mondiale. Conan il barbaro,Excalibur e perfino La vendetta dei Sith…. tanto per citare all'unghia quelli più evidenti. Poi è molto sangue, morte, fuochi nella notte, grugniti e rivelazioni materne che non ammorbidiscono la furia omicida tra i contendenti. Esteticamente affascinante (tutto e oscuro, violaceo, desaturato per accentuare il buio dell'anima); sospeso tra sogno e realtà (o immaginazione onirica e mitologica), il film di Robert Eggers si regge sull'assolutismo della rabbia (Amleth è perennemente belluino anche quando fa l'amore) inasprendo e mostrando la realistica vikinga, ma appesantendo la narrazione. Ne resta una disamina della bestialità dell’essere umano, capace di ergersi nell’orrore che domina sulla ragione. Ma ciò non basta a definire il film come un ulteriore capolavoro di innovativa narrazione cinematografica.

Giudizio: *1/2



(Mercoledì 20 Aprile 2022)


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