 Fauci, unghie e genetica all’arrembaggio del Pianeta Jurassic World Divertimento assicurato (con noia) per una esalogia ormai stanca
di Roberto Leggio Ri-diventati padroni del mondo degli uomini, i dinosauri sfuggiti dalla distruzione di Isla Nublar, si sono adattati alle nuove condizioni ambientali. Gli esseri umani stanno imparando a fatica a “sopravvivere” ai “nuovi” arrivati, mentre la multinazionale Biosyn si occupa di raccogliere esemplari allo stato brado per confinarli in una futuribile area nelle Dolomiti, con lo scopo di studiare nuove possibilità alle malattie attraverso la manipolazione del DNA. Certa di contrastare il mercato illegale dei dinosauri Claire Dearing, la ex dirigente del Jurassic World finisce in una sorta di magazzino dove scopre alcune locuste geneticamente modificate, che una volta sfuggite iniziano a distruggere i raccolti negli Stati Uniti. La piaga si propaga in fretta e per salvare il salvabile vengono chiamati in causa gli ex eroi del Jurassic Park, che con il matematico Ian Malcom in testa, cercheranno, con l’aiuto di Owen Grady (ammaestratore di Velociraptor) e la stessa Dearing di dare al mondo una nuova possibilità, non il ultimo una pacifica convivenza tra esseri umani e pachidermi.

Il vecchio e il nuovo si incontrano ed è nuovamente Jurassic World. Dopo che l'idiozia umana ha 'generato' dinosauri per divertimento (per sollazzo di ricchi, esattamente), la Terra e ri-diventata giurassica. I nostri predecessori rettili sono ormai padroni del pianeta e scorrazzano con le loro regole tra le nevi, il mare e ovunque la natura necessiti di vita. Noi esseri umani siamo divenuti una razza in bilico e non ultimi nella catena alimentare. Viviamo per sopravvivere convinti che la convivenza con i rettili sia possibile. Ma le fauci, gli le unghie e tutto il resto ci danno il senso della nostra futura prematura estinzione. Salvare il salvabile è possibile chiamando in causa gli ex 'eroi' della prima trilogia giurassica con in testa Iam Malcom il matematico teorico dell'inarrestabilità del caos. Il nuovo Jurassic World termina la nuova “trilogia” con un tripudio di effetti speciali ad effetto, una grande (grandissima) metafora sul futuro nostro e del pianeta che ci ha dato i natali. Le devastazioni, il riscaldamento globale, l'urbanizzazione selvaggia, la poca coscienza sulla salvaguardia della natura è solo ed unicamente colpa dell'homo sapiens, unico animale senziente che è stato capace di modificare l'ambiente distruggendolo per sempre. Meglio allora che i dinosauri e la natura stessa si riprenda ciò che le è staro rubato. Lo spazio vitale. Rincorrendo questi temi il film è un piacevole baraccone Jurassico (con grossi momenti di stanchezza) senza dare tanto peso alla sceneggiatura vanificando il capolavoro di Micheal Chricton; che per rendere appetibile un finale con il 'botto' (che non c'è n'era bisogno) si trasforma dapprima in una spy story (di bondiana memoria), avventure al disopra della logica, finendo nel laboratorio (in mezzo alle Dolomiti, dato che nelle isole caraibiche non c’è più posto) dove si dovrebbe compiere il miracolo della genetica rimodellante a scapito dei soliti predatori umani (come se fin d'ora non l'avessimo capito). Tutto come allora, tutto come adesso con gli eroi della prima trilogia che ripercorrono strade già battute (con il dottor Alan Grant che si trasforma in Indiana Jones e la dottoressa Ellis Sattler che si ri-meraviglia con la sua solita smorfia) e il duo della nuova generazione (più prole acquisita) che vanno a formare un sestetto con lo scopo di dare un migliore futuro futuribile di 'paradisiaca' convivenza (con il primo clone umano). Divertimento per palati semplici. In fondo con il rischio che i dinosauri diventiamo noi, è meglio perdersi nel mondo fittizio del Jurassic World (con raschio del barile)
Giudizio: **

(Domenica 5 Giugno 2022)
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