 Il Re è morto, viva il Re (del Rock) Elvis Gioie, passioni, musica di un mito
di Roberto Leggio 1952. Elvis Presley è un ragazzo cresciuto in un sobborgo di Memphis. Fin da piccolo è stato attratto dalla musica, tanto che, alle funzioni religiose degli avventisti, viene colto da una sorta di trans. Pubblicato il primo 45 giri con la Sun Records, il ragazzo viene notato; grazie alla sua carica inarrestabile sul palco e sugli ancheggiamenti del bacino che fanno impazzire il pubblico femminile; da un enigmatico manager Tom Parker, che lo renderà il King of Rock. Attraverso il prisma di questa complicata relazione, nell’arco di oltre vent’anni si evidenziano le complesse dinamiche tra Elvis “the Pelvis”e Tom Parker, nei quali l’ascesa di Presley raggiunge un livello di celebrità senza precedenti. La celebrità del cantante si fonde con il panorama culturale e la perdita dell’innocenza di un America dopo gli anni ‘60. Il mito di Elvis, nonostante i teatri pieni di Las Vegas, si affievolisce con la separazione con la moglie Priscilla e l’avvento dei barbiturici che portarono alla morte prematura del più grande ed influente rockendroller del XX secolo.

'Love me tender king of rock'. Elvis Presley come (forse) non l'avete conosciuto in un biopic che è un musical (senza balletti) della vita del più grande rockanroller della storia. Baz Lurman mette colore, chitarre, ciuffi, lustrini, gioie, dolori e 'pelvis' al servizio di un ragazzo che dal nulla diventa la star per eccellenza della musica passata presente e futura. La crescita è graduale, come si la si dovrebbe degli eroi epici, narrata dall'omero americano il colonnello Tom Parker (imbonitore da circo, giocatore compulsivo, padre padrone e soprattutto aguzzino) che vide negli ancheggjamenti del bacino, il gotha del rock. Il ragazzo e il suo aio sono gli elementi di una 'tragedia americana' (passatemi la poetica) che evolverà con il passare del tempo e si disfarà nell'unica maniera possibile. Venti anni (e forse qualcosa di più) nei quali Elvis tocca punti alti inaspettati, dolorose cadute e facili risalite nei quali sarà costretto a compromessi sempre più pesanti per restare sulla cresta dell'onda. Il regista australiano modella l'iliade del rocker con la solita passione ed il ritmo indiavolato con evoluzioni della macchina da presa, un montaggio sincopato e recitazione da Oscar di entrambi i protagonisti (Tom Hanks, imbolsito ad arte e Austin Buttler vero clone di Elvis) dirigendo un capolavoro assoluto di musica, vita, miracoli e morte nel miglior film dell'anno.
Giudizio: ****

(Mercoledì 22 Giugno 2022)
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