 L'aridità odierna della società e dei sentimenti secondo Paolo Virzì Siccità Viaggio metaforico nella Capitale che si sgretola per la mancanza di pioggia
di Roberto Leggio A Roma non piove da tre anni e la mancanza d'acqua stravolge regole e abitudini. Nella città`che muore di sete e di divieti, si muove un coro di personaggi, giovani e vecchi, emarginati e di successo, vittime e approfittatori. Le loro esistenze sono legate in un unico disegno, mentre cercano ognuno la propria redenzione. Roma é disidratata, invasa dagli scarafaggi, ma cerca di sopravvivere come può nell'attesa della pioggia che non arriva da più di tre anni. Non servono altre parole per comprendere la grande aridità dei comportamenti (e sentimenti) umani in questo futuro distopico, che è il nostro presente. Una pletora di personaggi che tentano di sopravvivere come se nulla fosse, mentre la società necessita di “nuovo liquido” amniotico forse per rinascere migliori. 
Silvio Orlando in una scena del film Paolo Virzi dirige un film corale che ha molto a che fare con L'Ingorgo di Luigi Comencini, in quanto lo stesso cinismo di allora é quello che si srotola attualmente sotto i nostri occhi. La speranza è comunque riposta nei giovani, si spera meno cinici degli adulti; tutti consci dei loro errori ed egoisti senza assoluzione. Girato con molta arguzia, Virzi pone l'accento sul disfacimento della società post pandemia, ipocrita ed indifferente nei confronti del riscaldamento globale; mostrando una Roma inedita dove (grazie agli effetti speciali) il Tevere é diventato una landa desolata e desolante. Un inferno metaforico attraversato da Silvio Orlando (bravissimo) unica anima 'innocente', che con stralunata presa di coscienza, comprende che è "meglio essere prigionieri che liberi".
Giudizio ***

(Lunedì 10 Ottobre 2022)
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