 Le persone dicono bugie, la spazzatura non mente Io sono l'abisso Tre anime “dannate” devono fare i conti con il ciclico ritorno del male
di Roberto Leggio L’uomo che pulisce si occupa di spazzatura. E l’unico che sa che i rifiuti nascondono i segreti delle persone. Ed è così che sceglie le sue vittime. Ma nella sua vita solitaria, un giorno irrompe una ragazzina. La ragazza con il ciuffo viola si è gettata nel lago come un rifiuto e lui l’ha salvata. E per lui è una cosa fuori dal comune: le persone non le salva. Per questo una volta posata sulla riva del lago scappa via. Poi, però, torna indietro e la osserva di nascosto. E capisce ciò che nessuno sa capire. Che la ragazzina ha un segreto e ha bisogno di aiuto. Ma aiutarla metterà a rischio la sua invisibilità. Infatti la più improbabile cacciatrice di mosche intuisce che in giro c’è qualcuno che uccide le donne sole con i capelli biondi. E’ però consapevole che nessuno le crederà perché, per la gente del lago, lei è solo matta. Ma non può tirarsi indietro e ha poco tempo. E se riuscirà a fermare il mostro, potrà liberarsi della maledizione del passato. Dal passato ci sono tre storie che scorrono nel buio. E tre anime che stanno per incontrarsi. Dentro l’abisso…

C'è molto buio e tanta acqua nel nuovo thriller diretto da Donato Carrisi (tratto come il solito da un suo romanzo). L’acqua è morte, rinascita e giustizia. Più o meno in questo ordine. Senza andare a cercare il pelo nell'uovo, Io sono l'abisso in fin dei conti è una caccia ad un serial killer che ammazza donne bionde di una certa età. La novità è che le trova attraverso la spazzatura (infatti viene chiamato l'uomo che pulisce). La trama si sviluppa su una rete di situazioni di tre piani narrativi che si interconnettono tra loro, scoprendo poi che tutto si intreccia. Più o meno bene. Donato Carrisi é bravo a mescolare luci e ombre, soprattutto dell'anima, Ma il thriller è come se girasse a vuoto. I tre personaggi (per una scelta imposta dell'autore) senza nome si muovono su ellittiche diverse perdendosi un po' per strada, in quanto la trama si frammenta in un avanti e indietro nel tempo che a volte fa perdere la concentrazione. L'unica cosa certa è che essendo tratto da vicende vere (prese cioè ormai da cronaca quotidiana), il male nasce dal male e il malessere dell'anima va ricercato nei traumi del passato. Perché esso è un cerchio e ritorna ciclico, come una sorta di nascita-morte-rinascita. E l'acqua è il buio sono lì a ricordarcelo.
Giudizio **1/2

(Venerdì 28 Ottobre 2022)
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